giovedì 29 agosto 2013

Acciaio di Silvia Avallone

Copertina di Acciaio
Perplessità
Questo libro mi lascia perplessa...
Non posso dire che sia brutto, tuttavia, mentre ho trovato bellissimo il racconto "La lince" della stessa autrice, questo romanzo non mi ha entusiasmata.
Ho l'abitudine di sottolineare le frasi che mi colpiscono...ecco...non ho sottolineao nulla!
La storia parla di una porzione di umanità che mi ha molto ricordato "Ti prendo e ti porto via" di Ammanniti, ma la Avallone in questo caso non ha certo avuto un mordente pari all'altro autore.
Questo romanzo avrebbe potuto essere più breve, essere sviscerato meglio,scavare molto di più nei personaggi di contorno e nelle protagoniste stesse.
Credo che sia stato sopravvalutato.
Pare una sorta di bozza da ricontrollare ed aggiustare in alcune sue parti prima di essere stampata.
Rimane tuttavia un discreto romanzo che si fa leggere.
Mi hanno inoltre colpita delle imprecisioni (volute? mah...)sulle lire/euro (nel 2001 non si pagava più in lire!) e sul lettore mp3...ma esistevano già? E se sì, erano così diffusi dieci anni fa, da essere in mano ad una ragazzina figlia di operai? Quando leggo un libro faccio caso anche alla verosimiglianza dei fatti, specie se il libro vuore essere realistico.
Veniamo alle protagoniste, non le ho amate, non le potevo amare ...nell'adolescenza io non ero come loro, ero "le sfigate" che giravano con l'asciugamano intorno alla vita per coprire la cellulite...però ho provato pena per loro, per la difficoltà e la tristezza che può essere nel cuore di adolescenti apparentemente frivole e senza problemi. Forse il lato migliore di questo libro è stata la rilettura che mi ha fatto fare sul mio stesso passato, il poter pensare che le "ochette" dello stabilimento balneare che odiavo forse tutto sommato non erano più felici di me e che crescendo poi la vita pareggia un po' i conti fra tutti...

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