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- Sono dispiaciuta di non essere in linea con le altre recensioni, probabilmente Agota Kristof è davvero una grande scrittrice, ma a me questo libro non è piaciuto. Non amo il pietismo o chi cerca la lacrima per forza, ma questa scrittura è troppo scarna per i miei gusti. E sinceramente non so se questa elementarietà stilistica sia dovuta al fatto che la scrittrice scrivesse in una lingua non sua oppure se derivi semplicemente dal suo modo di essere.
Dai racconti si percepisce la durezza della vita affrontata dall'autrice ma, tranne qualche passaggio, non mi sono sentita coinvolta emotivamente. Sicuramente ho fatto un errore dovuto alla mia ingoranza ad accostarmi a questo libro, che a quanto pare è una sorta di autobiografia, di chiave di lettura, senza aver prima letto altro della Kristof.
51 pagine sono state poche in questo caso per innamorarmi e 12 euro sono stati troppi per un libro così piccino che non è riuscito ad invogliarmi a leggere altro della sua autrice.
Citazione:
Come spiegargli, senza offenderlo, e con le poche parole che so di francese, che il suo bel paese non è altro che un deserto, per noi rifugiati, un deserto che dobbiamo attraversare per giungere a quella che chiamano "l'integrazione", "l'assimilazione".
lunedì 5 agosto 2013
L'analfabeta di A.Cristoff
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1 commento:
Della Kristof ho letto solo "Trilogia della città di K." e personalmente non ho trovato alcun pietismo.
Tanta rabbia e tanto odio, questo sì.
Non c'è speranza, non c'è illusione.
Di suoi mi ispirano anche "Ieri" e "La vendetta", questo invece non l'avevo mai preso in considerazione...
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