Devo smettere di comprare libri che parlano di animali.
Quando
acquisto direttamente un libro, invece di prenderlo tramite gli scambi,
penso sempre che sia fantastico e che lo terrò sicuramente...quasi mai è
così, e finisce che l’agognato acquisto, gustato prima con la ricerca
in libreria e poi con la pesantezza nello zaino mentre me lo riporto a
casa, finisce inevitabilmente per andare a rimpolpare gli “scambiabili”.
La tentazione di tenerli tutti è forte ma il posto in casa è poco, così
li riuso come merce di scambio.
Tutto questo per dire che mi
dispiacerà immensamente rimettere questo libro di nuovo in circolazione,
soprattutto perchè un gatto è il protagonista, ma non è stato
all’altezza delle aspettative...o meglio, io non sono stata all’altezza
di questo libro: sono troppo ignorante in cultura giapponese per poterlo
apprezzare appieno e senza sforzo.
La narrazione è moderna (non so
quanto abbia influito una fedeltà nella traduzione in questo però) e
non pare affatto un testo dei primi del 900, pur avendo delle lungaggini
e dei ritmi lenti difficili da trovare nella letteratura attuale.
Proprio perchè scelto direttamente dallo scaffale mi dispiaceva
abbandonarlo così, nonostante la "fatichevolezza", ho continuato a
leggere saltando le parti che mi risultavano più noiose ed ostiche (e
son parecchie ahimé!) constatando che alla fine, tutti i passaggi
pesanti erano quelle in cui il gatto riportava discorsi e azioni dei
protagonisti umani (non proprio modelli di simpatia), mentre i suoi
pensieri filosofici erano le uniche considerazioni interessanti di
questo libro.
Non parliamo del finale che mi ha decisamente irritata... Il signor Natsume Sōseki non me lo doveva fare!
Citazione:Normale ha spesso la valenza di buono, ma quando la normalità
è eccessiva diventa ordinarietà, squallida condizione vicina alla
volgarità.
Quando acquisto direttamente un libro, invece di prenderlo tramite gli scambi, penso sempre che sia fantastico e che lo terrò sicuramente...quasi mai è così, e finisce che l’agognato acquisto, gustato prima con la ricerca in libreria e poi con la pesantezza nello zaino mentre me lo riporto a casa, finisce inevitabilmente per andare a rimpolpare gli “scambiabili”. La tentazione di tenerli tutti è forte ma il posto in casa è poco, così li riuso come merce di scambio.
Tutto questo per dire che mi dispiacerà immensamente rimettere questo libro di nuovo in circolazione, soprattutto perchè un gatto è il protagonista, ma non è stato all’altezza delle aspettative...o meglio, io non sono stata all’altezza di questo libro: sono troppo ignorante in cultura giapponese per poterlo apprezzare appieno e senza sforzo.
La narrazione è moderna (non so quanto abbia influito una fedeltà nella traduzione in questo però) e non pare affatto un testo dei primi del 900, pur avendo delle lungaggini e dei ritmi lenti difficili da trovare nella letteratura attuale.
Proprio perchè scelto direttamente dallo scaffale mi dispiaceva abbandonarlo così, nonostante la "fatichevolezza", ho continuato a leggere saltando le parti che mi risultavano più noiose ed ostiche (e son parecchie ahimé!) constatando che alla fine, tutti i passaggi pesanti erano quelle in cui il gatto riportava discorsi e azioni dei protagonisti umani (non proprio modelli di simpatia), mentre i suoi pensieri filosofici erano le uniche considerazioni interessanti di questo libro.
Non parliamo del finale che mi ha decisamente irritata... Il signor Natsume Sōseki non me lo doveva fare!
Citazione:Normale ha spesso la valenza di buono, ma quando la normalità è eccessiva diventa ordinarietà, squallida condizione vicina alla volgarità.