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sabato 1 marzo 2014
domenica 25 agosto 2013
Quel che sognò Sebastián di Rodrigo Rey Rosa
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Crudo e crudele come la realtà
- Avete una visione romantica della vita? Questo libro non fa per voi...
Ambientato in un luogo dove non c'è posto per i sogni, dove i sogni diventano incubi e si confondono con la realtà.
All'inzio la storia cattura, si fa leggere bene, poi, se si è sensibili, arriva il primo pugno nello stomaco. E ne arrivano altri. Non c'è una giustizia, non c'è un trionfo dell'ideale...c'è una sorta di sopravvivenza all'ineluttabilità delle cose, che in certi posti del mondo vanno così, dove, anche senza particolari tragedie, è una tragedia stessa l'abbrutimento delle persone.
Rey Rosa scrive bene indubbiamente, è quello di cui scrive che mi lascia disturbata.
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L'unico pregio di questo libro è che è scritto con uno stile decente, ma per quanto riguarda i contenuti l'ho trovato vuoto. Personaggi sfuggenti e non approfonditi che dovrebbero affascinare ma che mi hanno irritato solamente.
Non è sufficiente parlare di libri in un libro (cosa che mi pare vada di moda al momento) né basta una figura femminile misteriosa a creare una storia appetibile, la storia non c'è. E non basta nemmeno definire il romanzo "chagalliano" nel retro di copertina per giustificarne l'inconsistenza.
Centodieci pagine scritte con caratteri grandi per allungare una minestra insipida.