Copertina rigida
Editore: Rizzoli (1985)
Lingua: Italiano
Numero di pagine: 257
Un libro a metà tra poliziesco e spionaggio in un’ambientazione storico politica seguente la grande guerra. Una piacevole lettura scritta con il solito garbo di Corrado Augias. Alcuni spunti interessanti, specchio di una società che rimane immutata in certi aspetti indipendentemente dall’epoca presa in esame.
Un colpo di scena finale forse in parte prevedibile, nel senso che non mi ha stupita più di tanto… Continuo a preferire Augias come giornalista che come scrittore, anche se questo libro forse è quello che mi è piaciuto maggiormente tra tutti i suoi.
Avvertiva in quelle frasi smozzicate il ruminio della massa inafferrabile e, insieme, un confuso disagio, la sensazione di idee ragguardevoli ridotte a poltiglia nella mente di piccola gente.
Le novità si presentano sempre in modo brutale, riuscì a pensare. Demoliscono tutto ciò che gli si para davanti con una forza non più consapevole di quella di un bambino che fa a pezzi un giocattolo per vedere com’è fatto dentro.
Sono arrivato a una conclusione, rispose, non voglio più né riformare né corrompere la società. Vorrei essere semplicemente lasciato in pace.
Quell’uomo non aveva probabilmente mai letto un verso in vita sua ma non sembrava affatto un imbecille. Un esaltato, questo sì, una di quelle creature duttili di cui ogni idea, grande o piccola, ha bisogno per prendere corpo nel mondo.
Archiviato in:LE MIE RECENSIONI Tagged: augias
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