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- Duro e crudo e al tempo stesso poetico, di quella poesia un po' macabra, che definirei quasi chirugica nella sua perfezione delle descrizioni . Parole volgarmente precise inserite in una terminologia alta che rendono il tutto tagliente e lirico allo stesso tempo.
Tuttavia ho i miei limiti, le vicende raccontate in prima persona dal protagonista sono per me di una crudeltà insopportabile, narrate dallo stesso quasi con distacco, come se il dolore lo provasse qualcun altro, eppure emerge un tormento immane che non sfocia mai nell'autocommiserazione.
Pur apprezzandone la "bellezza cattiva"ed il valore letterario non riesco a proseguire questa lettura che mi fa male, il disturbo arrecatomi da tanta asprezza è troppo forte, supera i limiti che concedo ad un libro per farmi soffrire.
Le citazioni da fare solo nel primo centinaio di pagine che ho letto sarebbero molte ma ne scelgo una: "la rabbia dell'impotenza è quella con i denti più affilati"
domenica 18 agosto 2013
La mala morte di Fernando Royuela
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