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- Questo libro non si può raccontare, va letto. E va letto scritto da Antunes, con la sua scrittura unica e particolarissima. E’ necessario fare uno sforzo e leggerlo perchè ogni tentativo di riassumere cosa racconta l’autore lo banalizzerebbe.
L'uso delle parole è decisamente alternativo, soprattutto nelle prime pagine. Parole che apparentemente non possono stare insieme vengono accozzate tra loro creando frasi il cui senso compiuto è tutt'altro che immediato, e ti ritrovi quasi a dover tradurre in un italiano più accessibile per arrivare al significato espresso. A volte, sembra quasi che l'autore voglia rendere più un affresco, un suono, una musicalità piuttosto che un concetto o un fatto...ma i concetti poi arrivano, eccome se arrivano! La prima parte è stata debilitante, ho letto frasi con la testa vuota più volte, arrivavo in fondo a periodi anche di mezza pagina dovendo ricominciare da capo...ero stata così presa a decifrare le parole singole e il loro accostamento che avevo perso il filo del discorso.
Alle prime 7 pagine ero già tentata di mollare ma avvertivo una genialità in questo modo di scrivere che mi spingeva a proseguire. Devo dire che tutta la lettura del libro è stata pervasa dalla tentazione di mollare ma la sensazione che avrei perso qualcosa d’importante mi ha portata all’ultima pagina.
A metà libro ho cominciato a trovare la lettura un tantino più fluida...non so se perchè lo è diventata realmente o se mi sono abituata io a questo modo di scrivere schizofrenico, nel quale si passa dalla poesia pura all’uso di parole volgari, ma che servono perchè altre parole non renderebbero il tormento dell’io narrante.
Ho molto apprezzato i riferimenti pittorici sparsi nel libro che sono delle vere perle ed ho apprezzato moltissimo la capacità letteraria fuori del comune di questo autore.
La traduzione merita una menzione a parte, tanto di cappello a Maria José de Lancastre che credo abbia fatto un lavoro superlativo.
Citazione:
“...la mia ansia di scrivere e il terrore di non esserne capace, di non riuscire a tradurre con le parole ciò che avrei voluto urlare agli orecchi degli altri che era Son qui, Accorgetevi di me che sono qui,Ascoltatemi perfino nel mio silenzio e capite, ma non si può capire,Sofia, ciò che non viene detto, le persone guardano, non capiscono, se ne vanno..."
martedì 13 agosto 2013
In culo al mondo di António Lobo Antunes
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