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*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***Abituarsi a tutto rende indifferenti
- Mi sono approcciata a Camus con quest'opera e a priori mi ero fatta un'opinione sbagliata, pensavo che avrebbe potuto essere pesante, invece è stato il contrario. La trama scorreva bene con uno stile da cronaca, all'inizio più spezzettato ala fine del libro meno. Descrizioni lucide e impersonali dell'io narrante. Uno stile decisamente consono al protagonista, una persona assurda,incapace di passioni, se si eccettua un moderato desiderio sessuale, che appare comunque più come un normale bisogno fisiologico al pari del bere e del mangiare.
Meursault non ama niente e nessuno, vivacchia pago delle solite cose, non è mosso da nulla verso qualcosa, è interessato solo a mantenere le sue abitudini, una sorta di quieto vivere senza slanci di qualsiasi tipo. E' indifferente a tutto, anche alla morte della madre, e infatti alla fine sarà punito più per la sua indifferenza che per l'atto in sè da lui commesso, essere indifferenti alla vita appare, agli occhi di chi lo giudicherà, più grave del togliere una vita. Per lui una cosa è uguale all'altra, avere una moglie, un amico o non averli è lo stesso, sembra che la pigrizia mentale la faccia da padrona, una pigrizia che porta il soggetto in questione a rifuggere da ogni sentimento od introspezione.
Una volta in prigione sembra avere degli sprazzi volitivi ma sono solo sprazzi.Quando si arriva al processo si ha la sensazione che Mersault vi assista come spettatore, come se la cosa non lo riguardasse veramente. E' agghiacciante il momento in cui riceve la sentenza di morte, sembra che finalmente si renda conto, ma rimane frastornato allo stesso modo di quando aveva perpetrato l'assassinio dell'arabo.
La descrizione del periodo passato in prigione in attesa di quell'alba che prima o poi verrà a portarlo via è angosciante, i pensieri del protagonista sono lucidi e assurdi allo stesso tempo. Qui ho veramente capito la genialità di Camus, la sua incredibile capacità di scrittore.
Si avverte la differenza tra un grande scrittore ed uno mediocre, in Camus è evidente che si tratta un grande.
La conclusione finale mi appare devastante, pare che l'inerzia nello scegliere, il vivere indifferentemente in un modo piuttosto che in un'altro, vengano giustificati dall'ineluttabilità della morte, come se la vita fosse una cosa insignificante che accade tra quando si nasce e quando si muore. Il messaggio del libro sembra essere questo, personalmente trovo assurdo e atroce questo pensiero, che ovviamente non condivido.
Citazione:
Ho pensato spesso, allora, che se avessi dovuto vivere dentro un tronco d'albero morto, senz'altra occupazione che guardare il fiore del cielo sopra il mio capo, a poco a poco mi sarei abituato.
martedì 13 agosto 2013
Lo straniero di Albert Camus
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