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- Ho aspettato due giorni a commentare questo libro, volevo farlo sedimentare. Contrariamente a come mi accade spesso non ho annotato quasi nulla durante la lettura, e non perché non vi fossero riflessioni da fare, anzi.
Se proprio devo trovare un difetto a questo romanzo è l’eccessiva lunghezza che verso la fine comincia a pesare, lunghezza che tuttavia è forse necessaria a rendere l’idea della spirale in cui si trova avviluppato e del tira e molla interiore del protagonista.
La storia in sé è banale: un cinquantenne che perde la testa per una prostituta minorenne per la quale diventa in pratica uno zerbino.
E’ come viene raccontata questa storia che è superlativo. Buzzati ha una capacità letteraria eccezionale, si ha la sensazione di bere le sue parole per quanto scivolano durante la lettura.
La difficoltà del commentare “Un amore” sta proprio nella sua quasi perfezione che rende impossibili appunti e critiche.
Ciò che salta all’occhio del racconto è che seppur ambientato negli anni sessanta sembra la fotocopia esatta, per situazioni e personaggi, del mondo attuale: ragazzine che si prostituiscono senza voler ammettere che sono prostitute, non tanto per avere il necessario, ma per possedere un bel vestito o semplicemente l’illusione di vivere di riflesso il potere e il successo dei “vecchi” danarosi che le pagano.
Triste vedere che questa pochezza di ideali permanga fino ad oggi, nonostante i passi fatti dall’evoluzione dello status femminile.
Triste vedere anche la malattia (perchè definire amore questo desiderio malato di possesso dell’altro mi pare blasfemo) di quest’uomo che ben consapevole di non essere amato a sua volta si accontenta di una finzione nemmeno troppo impegnata. L’architetto anela e si fa bastare, pena l’abbandono da parte di lei, la semplice presenza assente della giovanetta che lo rigira come un calzino in cambio di favori economici.
Il fatto che Buzzati abbia titolato questo libro “un amore” fa pensare che secondo lui, nonostante tutto di questo si tratti, nonostante sia a tutti gli effetti un’ossessione malata pare che l’autore vi ravvisi comunque una sorta di amore, come se i modi per amare fossero molti, come se l’adorazione incondizionata di chi non la merita voglia dire comunque amare. Su questo potremmo aprire un dibattito che non aprirò.
Consiglio la lettura di questa storia, sia per lo stile narrativo adottato che per i temi trattati, ed ognuno si faccia una propria opinione in merito.
Citazioni
"Come vivevano? Con quali aspirazioni? Come facevano a resistere? Chi erano i loro veri uomini? Esse partecipavano del mondo delle famiglie oneste e normali e insieme della malavita, frequentavano i più ricchi figli di famiglia, entravano nelle loro ville sontuose, Salivano a bordo delle loro Ferrari e del loro yacht illudendosi di appartenere alla loro società ma in realtà adoperate da questi signori come puro strumento di svago e di libidine e perciò totalmente disprezzate."
"Pensandoci, non ne usciva che una figura squallida, meschina, aggrappata avidamente alle più povere illusioni dei rotocalchi deteriori. Era buona? Era generosa? Aveva luce? No."
"Tu la compravi a rate mensili. Lei ti vendeva il corpo tu pretendevi anche l'anima."
sabato 21 settembre 2013
Un amore di Dino Buzzati
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