Sì e no. (3,6 stelle)
Mi è piaciuto molto in alcune parti, a tratti invece l'ho trovato inutilmente prolisso e ripetitivo, pure esagerato.
Sicuramente
ho apprezzato meno il lato comico anche se credo la sdrammatizzazione
sia in fondo la peculiarità di questo autore, il creare situazioni buffe
e paradossali per alleggerire le parti drammatiche.
Dalle
vicende narrate traspare disperazione, questo libro che in apparenza
sembra leggero e scanzonato è tutt'altro. Pensando a Flavio Soriga mi
viene in mente Arlecchino, che si confessò burlando.
Lo
stile spezzettato e sincopato con cui il libro è scritto lo si
comprende solo verso la fine, tuttavia, pur apprezzando la trovata
dell'autore, lo preferisco nelle sue parti più fluide.
Oltre
ad una Sardegna verace il tema principale del libro è la talassemia,
malattia di cui si scopre soffre anche lo scrittore, le descrizioni di
ciò che prova il talassemico Davide sono talmente vivide che non poteva
essere altrimenti, raramente chi non prova sulla propria pelle una
malattia ha la capacità di parlarne in modo così sincero e senza falsi
pudori.
Citazione:
" Non ci sono cifre che possano tranquillizzare e dare certezze a chi non sa vivere la vita con leggerezza"
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