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- In 60 pagine la Ammirati è riuscita ad affrontare due temi drammaticamente attuali: le stragi del sabato notte e il coma vegetativo.
E lo ha fatto in modo profondo e toccante. Toccante NON nel senso che cerca di muovere a commozione il lettore, bensì nell’ arrivarti dentro, nel farti provare certe cose come se fossi tu a viverle in prima persona, nel farti avvertire quel senso di impotenza e disperazione urlato senza voce dall’io narrante.
Mi è rimasto talmente dentro che ha reso la mia nottata insonne.
All’inizio provi pena e rabbia per quei ragazzini sciagurati che si stordiscono di pastiglie e di discoteca, ti verrebbe voglia di scuoterli, di schiaffeggiarli e di dire loro”ma che cavolo stai facendo???”. Poi l’incidente, come tanti ne accadono. E qui comincia l’agonia peggiore.
Fino ad un certo punto pensi che tutto si risolverà per il meglio, ma poi capisci che non è così...il racconto ti lascia in sospensione con un punto di domanda lacerante e angoscioso...e in quel momento capisci che coloro che, incontrando la morte, erano sembrati i più sfortunati, in fin dei conti avevano avuto la meglio.
sabato 14 settembre 2013
Le voci intorno di Maria Pia Ammirati
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