Toni Piccolotto Scorcio di Facen 1933 olio su tavola cm 33X42 |
L'amico Sergio Piccolotto mi ha fatto
una richiesta di cui mi sento onorata, in qualità di artista e di
lettrice compulsiva, mi ha chiesto se fossi stata disposta a leggere un
suo racconto ispirato al suo avo pittore Toni Piccolotto e a scrivere
qualche impressione in merito. Ovviamente ho detto di sì per vari
motivi. Il motivo primo è che adoro leggere, poi conosco Sergio da
parecchio e so che ha una bella penna, infine so quanto ami
l'arte e me l'ha dimostrato in varie occasioni scrivendo impressioni su
alcuni dei miei quadri con una raffinata sensibilità.
Il racconto in oggetto è intitolato "La dama in bianco" ed in pochissime pagine riesce a condensare il succo di una vita, quella dell'artista Toni Piccolotto, definito il pittore della neve, di cui è possibile reperire una breve biografia e vedere alcune opere su wikipedia.
Sergio
Piccolotto è riuscito ad immaginare alcuni passi fondamentali della
poetica dell'artista suo antenato basandosi solo sulla sua sensibilità e
sulle notizie che ha potuto reperire on line, ed in poche parole ha
fornito due strumenti, a mio parere indispensabili, da usare come chiavi
di lettura per la pittura in generale e non solo di Toni Piccolotto: la
prospettiva e l'impatto personale.
In
qualità di artista le cose che mi hanno colpito maggiormente di questo
racconto sono proprio i due passaggi riferiti direttamente alla pittura:
il primo in si cui racconta che il piccolo Toni capisce che la luce
illumina tutto in egual modo ma che è la vicinanza o la lontananza a
determinare il dettaglio; il secondo in cui si afferma che è il primo
momento quello che conta veramente, il primo approccio all'opera e
all'emozione che essa fornisce, ancor prima di sapere chi l'ha dipinta, ancor prima di sapere se dietro vi sia un messaggio preciso o meno.
Nel
complesso il racconto, costruito su passaggi spazio temporali e flash
back del protagonista, è malinconico, evocativo, poetico, e vi si
avverte tutto l'amore dell'autore per la sua famiglia, anche verso
parenti che non ha potuto conoscere di persona.
La
Dama in bianco che tutto avvolge ha una duplice valenza, della neve e
della morte, entrambe abbracciano il protagonista in una nuvola di
silenzio; la vita della pittura e la morte che si incontrano fin da
ultimo su una tavolozza, in un paesaggio innevato, cogliendo l'artista a fare ciò che amava di più: dipingere la neve.
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