Mastro-don Gesualdo
Editore: Barbera
Lingua:Italiano | Numero di pagine: 587
Isbn-10: 8878991406 | Isbn-13: 9788878991408 | Data di pubblicazione: 01/01/2007
Qualunque cosa tu faccia...
Mastro Don Gesualdo è un uomo che non ha trovato il suo posto nel mondo nonostante le sue grandi doti umane, né tra i poveracci né tra i ricchi e i nobili. Tutti hanno beneficiato della sua generosità e del suo lavoro, ciò nonostante irridendolo sia dal basso che dall'alto. I nobili hanno accettato il suo denaro per rimpinguare le proprie casse disastrate ma non l'hanno accettato come persona, lo hanno deriso, si sono vergognati di imparentarsi con lui nonostante li abbia salvati dalla rovina. I poveri invece lo hanno odiato perché ce l'aveva fatta, perché con le sue proprie forze era riuscito a creare un impero, l'invidia del popolino si è limitata a vedere solo una grande fortuna nell'ascesa economica di Gesualdo e non tutto il sacrificio e il lavoro da lui compiuti. Una storia crudele, specchio di una realtà dell'epoca ma sempre attuale, forse non nei particolari ma sicuramente in linea generale. Sempre di moda una grossa forma di snobismo, forse non più da parte dei nobili che sono sempre più "imbastarditi" ma sicuramente da parte dei nuovi ricchi verso chi ricco non è; ma c'è anche una sorta di snobismo al contrario, il povero invidioso, e magari dalle scarse capacità, che mal tollera chi invece riesce ad emergere grazie alle proprie doti umane e una gorssa dose di forza di volontà. Di fatto tra certi mondi non si è mai trattato di un'incontro d'amore ma solo d'interesse, in certi ambienti ci devi nascere, e in un certo senso per essere apprezzato forse devi rimanere fedele alle modalità dell'ambiente da cui provieni e in cui devi restare, questo è il messaggio o meglio il monito che lancia questa storia. Tutto questo è molto triste, perché sta a significare che l'uomo per quanto faccia raramente potrà andare contro al suo destino già segnato dalla nascita.
"Mastro Don Gesualdo" è il secondo libro di Verga che leggo, mi sono innamorata de "I Malavoglia" e subito dopo averlo terminato ho voluto leggere anche questo. "I malavoglia" forse mi è piaciuto di più da un punto di vista puramente letterario, questo invece si è rivelato più avvincente come trama, anche se non disdegno lo stile letterario nel quale si avverte una profonda cura. In questo romanzo si capisce ancora di più perché fanno parte de il ciclo dei vinti, se ne "I malavoglia" era normale e comprensibile subito che si trattava di persone vinte dalla vita qui la disfatta è più subdola e per questo più feroce. All'inizio mastro Don Gesualdo sembra un vincente riuscendo ad accumulare tanta roba, di fatto risulta più perdente in quanto tutto l'accumulo ottenuto durante la sua esistenza non gli sono serviti ad ottenere il rispetto e l'amore che avrebbe meritato.
CITAZIONI
“Senti... il mondo adesso è di chi ha denari... Tutti costoro sbraitano per invidia.”
“L'avete visto, eh, stasera?... che festa v'hanno fatto?... I vostri affari andrebbero a gonfie vele... Anche per quell'affare delle terre comunali... È meglio aver l'appoggio di tutti i pezzi grossi!...”
“Pazienza servire quelli che realmente son nati meglio di noi... <...> “Si vede com'era nato... — osservò gravemente il cocchiere maggiore. — Guardate che mani!
— Già, son le mani che hanno fatto la pappa!... Vedete cos'è nascer fortunati... Intanto vi muore nella battista come un principe!...”
Passi di: Giovanni Verga. “Mastro-don Gesualdo”
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