Un Pinocchio settantenne (4,3 stelle)
*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***
- “Sono un vecchiaccio.
Dovrei dire che sono una persona anziana, come mi hanno insegnato i miei genitori per i quali chiunque, anche un infanticida antropofago, arrivato a una certa età meritava rispetto.
La verità, però, è che sono un vecchiaccio.”
Inizia così il libro di Marco Presta, con questo avvertimento al lettore, quasi a dire non osate affezionarvi a me perché sono un cattivo personaggio, non vi aspettate da me cose buone perché non ne avrete, sono pessimo e me ne vanto.
Si mettono le mani avanti promettendo il peggio, così che, se un seppur minimo barlume di amabilità verrà fuori, sarà sicuramente notato e susciterà un commento positivo, un pensare “vedi che poi tutta questa cattiveria non c’è”.
E in effetti alla fine della fiera qualcosa di buono la combina pure questo vecchio disgraziato.
L’io narrante del libro mi ha ricordato un po’ gli sciagurati protagonisti del film “Amici miei” di Mario Monicelli, uomini mal cresciuti, egoisti, meschini, superficiali e in fin dei conti parecchio tristi. La differenza è che il nostro anti eroe ha come migliore amico Armando, una persona di così rara bontà d’animo che riuscirà a guastarlo nella sua misantropia.
Il romanzo è godibilissimo, decisamente sboccato ma estremamente realistico nei pensieri e negli atteggiamenti del vecchio scorbutico, e chi conosce qualche persona anziana può ritrovarci parecchia verità; ci sono dei passaggi in cui il ritmo cala un po’ ma nel complesso la narrazione regge bene la marcia e vi troviamo delle vere e proprio chicche, frasi perfette per stile e contenuto. Il libro, che è essenzialmente divertente, fa anche riflettere molto, si affrontano questioni profonde usando un registro scanzonato.
Lo ammetto, ho trovato in questo racconto una mascalzonaggine invidiabile, il nostro riesce ad essere veramente stronzo, di quella stronzaggine piena, libera e irriverente che vorrei talvolta avere io ma che la mia coscienza mi impedisce di far emergere, quella carognaggine liberatoria che la buona creanza soffoca e fa di me una brava persona vagamente repressa.
Tuttavia Presta non è riuscito a tenere la parte, non ha resistito al richiamo della Sirena-Armando, dispensatore di amore e buoni sentimenti ed ha finito per cedere ad una sorta di redenzione del protagonista; alla fine, anche qui e nonostante le premesse, vince il Pinocchio che diventa bambino...anche se in questo caso ha 70 anni suonati! Forse alla perfezione del libro avrebbe giovato maggiormente un rimanere del protagonista nella sua asocialità, ma un lieto fine non si nega a nessuno e ammettiamolo, in fin dei conti siamo tutti in cerca di un riscatto.
Citazioni:
“...le donne non sono mai completamente vecchie.
Anche a novantasei anni progettano di cambiare le tende del salotto.”
“Purtroppo, mi è sempre mancato il coraggio di apparire ridicolo, la sola vera forma di coraggio.”
“A pensarci bene, sono stato arrabbiato tutta la vita, per un motivo o per un altro. Non ricordo un giorno in cui abbia faticato a trovare qualcosa per cui smoccolare o qualcuno con cui prendermela.”
“ Io invece penso che se sei una testa di legno, pure se papà è un pezzo grosso, non devi fare né il ministro né l'imprenditore, per il bene di tutti...”
“Lasciate perdere i bilanci, non servono a niente. Al tirar delle somme, tutti avranno ottenuto quello che potevano ottenere, né un po' di più né un po' di meno. Quindi, è inutile mettersi a recriminare e prendersela con la fortuna.”
“Non ho niente da fare e penso che, in fondo, essere vecchi significa questo. Non avere nessun progetto.” -
giovedì 29 maggio 2014
Un calcio in bocca fa miracoli di Marco Presta
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