martedì 7 gennaio 2014

L'amore, la sfida, il destino di Eugenio Scalfari

Copertina di L'amore, la sfida, il destino

Un maestro (4,7 stelle) 
E finalmente mi trovo a leggere qualcosa di una persona che stimo molto dal punto di vista culturale: Eugenio Scalfari.
Nonostante la sua vasta produzione è la prima volta che mi accosto ad un libro scritto da lui, quasi con reverenza, e mi accorgo immediatamente che scrive come parla: divinamente.
E’ anche vero che, come spesso accade, quando si hanno aspettative altissime si può restare un tantino delusi, e così in parte è stato.
Diciamo che il succo che l’autore vuole esprimere è già magnificamente esposto nel prologo, il resto del libro è una serie di divagazioni (ricordi, riferimenti lettarari , filosofici, religiosi e culturali) nei quali la sostanza viene deconcentrata, che si riferiscono più o meno strettamente ai concetti presentati all’inizio.
In alcuni passaggi purtroppo ho avuto quasi la sensazione di un “brodo allungato”, ovvero dell’aggiunta quasi forzata di alcune parti per ampliare un po’ il testo che forse sarebbe stato troppo breve, ma è molto probabile che la mia impressione sia dovuta ad una noia personale riferita ad alcuni argomenti in particolare.
Devo anche ammettere che alcuni passaggi mi sono risultati ostici, probabilmente a causa della mia scarsa formazione umanistico-filosofica, e già con questa ammissione non mi sento in diritto di “criticare”, infatti queste vogliono essere semplicemente le mie impressioni su questa lettura.
Detto ciò sottovoce non me la sento di criticare un grande giornalista come Scalfari, per me è intoccabile, quando si arriva quasi a 90 anni con questa cultura e con questa lucidità di pensiero credo che si possa fare o dire o scrivere qualsiasi cosa si voglia.
Sta di fatto che l’essere giornalista conferisce di certo una capacità di sintesi non indifferente che permette ad Eugenio Scalfari in poche righe di dire ciò che gli preme, rendendo quasi superflua la stesura di un libro. Un altro fatto è che l’autore stesso ammette per primo la sua tendenza a divagare e ad indulgere nei percorsi che la sua mente segue.
E dopo queste considerazioni mi sento di dire che “L’amore, la sfida, il destino” rimane un’ottima lettura, una sorta di testamento culturale personale dell’autore che affronta temi universali nel tempo e nello spazio.
Degli argomenti affrontati quello che mi tocca più da vicino per vari motivi è “La Morte”, fantasma che tormenta la mia vita fin dalla tenera età, e chissà che non sia diventata un’artista proprio per esorcizzarla, per assicurarmi una sorta di immortalità.
A tal proposito ho apprezzato particolarmente queste considerazioni fatte nel Prologo:

“Eppure la Morte è presente a tutta la partita anche se noi facciamo il possibile per rimuoverla, espellerla dalla nostra coscienza, ignorarla. Del resto, senza questa rimozione inconsapevole, la nostra vita sarebbe in preda ad un insopportabile tormento.” (Cit.)

“L’arte, la letteratura, la musica, la poesia; piú in generale le creatività fanno parte delle armi che abbiamo per combattere la morte. Difficilmente la vinceremo ma ritarderemo la sua vittoria.”(Cit.)

Chi mi conosce sa che amo vivere i libri in quanto oggetti, rispetto il loro contenuto ma ho bisogno di usarli come strumento e non come reliquia intoccabile, li sottolineo, ci scrivo appunti... E tutto ciò per poter avere sempre a portata di mano le frasi che mi hanno colpito, poterle ritrovare al bisogno. Ecco, detto questo, lascio immaginare quanto abbia sottolineato questo piccolo volume.
Le citazioni interessanti sono davvero tantissime, cercherò di dominarmi riportandone solo alcune.

CITAZIONI:

“È difficile sapere dove vanno le anime quando volano via dalla vita. Molti credono che si ricongiungano col Creatore e questa credenza li consola.”

“Le contraddizioni sono continue, si confrontano attimo per attimo, scandiscono la nostra crescita e il nostro declino.”

“A volte sono confuso e il mio Narciso mi spinge a descrivermi con troppa magnificenza. Mi attribuisce una paternità senza confini, uno sconfinato amore per gli altri. Ma io sono vigile e consapevole che il mio amore paterno contiene uno sconfinato amore del mio me.”

“L’abitudine ha anch’essa una forza a volte insuperabile ma testimonia un desiderio appagato e ormai privo di energia desiderante.”

“La colpa tormenta l’anima ogniqualvolta nasce il conflitto tra l’amore per sé e quello per gli altri.”

“Per me – ma so bene di non essere il solo – la mente è invece la mia compagna fedele, i pensieri il mio cibo intellettuale e i ricordi una cassa armonica da cui traggo la musica dolce-amara del passato tenuta in serbo per ristorarmi dalla fatica del vivere.” 



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