Adolescenziale
Ho letto recensioni abbastanza negative sui romanzi di D’Avenia, addirittura qualcuno ha scritto di “Cose che nessuno sa” che è un libro inutile, di cui si può fare a meno.
Sicuramente è un libro che si può fare a meno di leggerle ma da qui al definirlo inutile... Diciamo che secondo me invece questo libro può essere piacevole e forse anche utile se lo si fa leggere a ragazzini più o meno dell’età della protagonista.
Sicuramente non mi pare una lettura da quarantenni, ma per un dodicenne può rivelarsi un’alternativa decisamente valida ai libri di Moccia. In questo romanzo ho trovato argomenti come il rapporto tra i genitori e i figli, l’importanza della scuola e dei professori nel saper coinvolgere gli alunni, la difficoltà a maturare un rapporto di coppia, la preziosità e la precarietà della vita; argomenti certo non trattati in modo da nobel per la letteratura ma comunque in modo decoroso soprattutto se pensato come rivolto ad un certo target di lettori.
Le parti che ho trovato illeggibili sono quelle in cui l’autore descrive le sensazioni amorose, quelle sono davvero troppo sdolcinate e prevedibili, ammetto che in questo caso i miei 43 anni si sono fatti davvero sentire!
Citazioni:
“I ragazzi lo fissavano con le pupille dilatate. Le pupille si aprono quando gli occhi hanno fame, come la bocca. Vogliono mangiare di più.
Vedere di più. Quei ragazzi avevano fame. I loro occhi avevano fame.”
“ E a quattordici anni sei un funambolo a piedi nudi sul tuo filo e l’equilibrio è un miracolo.”
“Credeva ai libri con la fede di una religione, trovava più realtà tra le righe che per le strade, o forse aveva paura di toccare la realtà direttamente, senza lo scudo di un libro.”
“...niente macchia gli occhi come le lacrime.”
“Margherita si chiese se tutta la letteratura parlasse di lei. Il professore era diventato inconsapevolmente la porta attraverso cui entrano, da un mondo lontano e più vero del nostro, risposte a cose che nessuno vuole sapere. Nella vita di tutti i giorni nessuno ti chiede di raccontare la storia che ti morde il cuore e te lo mastica, e se qualcuno te la chiede, nella vita di tutti i giorni nessuno riesce a raccontare quella storia, perché non trovi mai le parole adatte, le sfumature giuste, il coraggio di essere nudo, fragile, autentico. “
“L’altro diventa lo specchio di tutto ciò che non ci piace di noi stessi: così lei è diventata tutte le mie ombre, le mie bugie, i miei sotterfugi e soprattutto la mia pretesa di essere amato come volevo io invece di crescere nell’amarla.”
Sicuramente è un libro che si può fare a meno di leggerle ma da qui al definirlo inutile... Diciamo che secondo me invece questo libro può essere piacevole e forse anche utile se lo si fa leggere a ragazzini più o meno dell’età della protagonista.
Sicuramente non mi pare una lettura da quarantenni, ma per un dodicenne può rivelarsi un’alternativa decisamente valida ai libri di Moccia. In questo romanzo ho trovato argomenti come il rapporto tra i genitori e i figli, l’importanza della scuola e dei professori nel saper coinvolgere gli alunni, la difficoltà a maturare un rapporto di coppia, la preziosità e la precarietà della vita; argomenti certo non trattati in modo da nobel per la letteratura ma comunque in modo decoroso soprattutto se pensato come rivolto ad un certo target di lettori.
Le parti che ho trovato illeggibili sono quelle in cui l’autore descrive le sensazioni amorose, quelle sono davvero troppo sdolcinate e prevedibili, ammetto che in questo caso i miei 43 anni si sono fatti davvero sentire!
Citazioni:
“I ragazzi lo fissavano con le pupille dilatate. Le pupille si aprono quando gli occhi hanno fame, come la bocca. Vogliono mangiare di più.
Vedere di più. Quei ragazzi avevano fame. I loro occhi avevano fame.”
“ E a quattordici anni sei un funambolo a piedi nudi sul tuo filo e l’equilibrio è un miracolo.”
“Credeva ai libri con la fede di una religione, trovava più realtà tra le righe che per le strade, o forse aveva paura di toccare la realtà direttamente, senza lo scudo di un libro.”
“...niente macchia gli occhi come le lacrime.”
“Margherita si chiese se tutta la letteratura parlasse di lei. Il professore era diventato inconsapevolmente la porta attraverso cui entrano, da un mondo lontano e più vero del nostro, risposte a cose che nessuno vuole sapere. Nella vita di tutti i giorni nessuno ti chiede di raccontare la storia che ti morde il cuore e te lo mastica, e se qualcuno te la chiede, nella vita di tutti i giorni nessuno riesce a raccontare quella storia, perché non trovi mai le parole adatte, le sfumature giuste, il coraggio di essere nudo, fragile, autentico. “
“L’altro diventa lo specchio di tutto ciò che non ci piace di noi stessi: così lei è diventata tutte le mie ombre, le mie bugie, i miei sotterfugi e soprattutto la mia pretesa di essere amato come volevo io invece di crescere nell’amarla.”
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