martedì 18 dicembre 2012

Lucernario di Josè Saramago

Copertina di Lucernario

Forse perchè è dall'inizio che bisogna partire... (4,5 stelle) 
 
Inizio con il dire che a mio parere gli ultimi due o tre capitoli non sono stati all'altezza del resto del libro.
Con "La caverna" ero rimbalzata contro il muro di parole senza punteggiatura e contro una cappa opprimente che mi rendeva troppo pesante proseguire la lettura.
Il questo libro, forse perchè è il primo (e più scolastico a detta di alcuni) la scrittura è più "ortodossa" e si segue splendidamente. Non che le vicende raccontate non siano opprimenti, anzi lo sono eccome nella loro normalità, ma sono esposte in una forma così perfetta che la lettura scivola come l'olio, e mi fermo solo per tornare indietro a rileggere frasi e concetti che mi hanno colpita.
"Lucernario" è un invito a scoprire Saramago partendo dall'inizio e proseguendo poi in ordine, evolvendosi di pari passo con lui ed abituandosi ad apprezzarlo. Mi sono accostata a questo autore grazie a "Il quaderno" e alle interviste da lui rilasciate, le quali mi avevano profondamente colpita per la sua assoluta libertà e saggezza. Ma il quaderno e le interviste sono una cosa a se stante, che non è dipendente bensì complementare al suo essere romanziere. Di questo libro, oltre alla meravigliosa scorrevolezza, mi ha colpito la grande capacità di analisi dei personaggi, caratterizzati nella loro normalità di persone comuni e nel loro dramma piccolo o grande che sia.
Molte frasi mi hanno colpito ma una in modo particolare, forse perchè l'ho trovata particolarmente calzante al periodo di crisi economica che stiamo vivendo:  
" Lì, a casa, miseria non ce n'era, e a tavola c'era da mangiare a colazione, pranzo e cena, ma c'era la rigidità del bilancio ristretto, da cui era stato escluso tutto il superfluo, perfino quel superfluo necessario senza il quale la vita dell'uomo rasenta quasi il livello della vita degli animali."

lunedì 3 dicembre 2012

Momenti di trascurabile felicità di F.Piccolo

Copertina di Momenti di trascurabile felicità

La felicità non è mai trascurabile, e alcuni momenti descritti qui mi sembrano tutt'altro che felici.
La prima impressione è stata che questi momenti di trascurabile felicità oscillino tra il masochismo e la cinica rivalsa con qualche sprazzo di purezza dell'anima... alcuni pensieri sono delle chicche altri sembrano frutto di un ameba che non ha il coraggio di prendere la vita di petto...non so, le pagine dell'agosto a Roma mi hanno letteralmente fatto venire l'ansia, lui che si trastulla nel non fare e nel non prendere iniziative reali con la donna di cui parla...mi veniva voglia di dirgli "e non farti scivolare le cose addosso così! che c'è di felice nel comportarsi da invertebrato?"
Altri passaggi sono stati divertenti perchè ti ritrovi un po' nella piccola meschinità dell'io narrante, forse il divertente è la purezza con cui l'autore mette a nudo manie, elucubrazioni ed egoismo del protagonista. Viene fuori un personaggio talvolta odioso talvolta simpatico, c'è una leggerezza nell'esporre i pensieri che irrita ma fa sorridere, forse perchè alla fine tutti abbiamo delle piccinerie e delle meschinità, viene fuori un protagonista antieroe tutto sommato simpatico....ma da non sposare assolutamente !!!!
Consigliato come lettura da fare a spizzichi nei brevi momenti di pausa.

mercoledì 17 ottobre 2012

Matrioska di Cristina Comencini

Copertina di Matrioska

Aspettative?
Forse da Cristina Comencini avevo delle aspettative maggiori...e quelle si sa, rovinano tutto! La storia non è male, il modo di scrivere buono eppure... E' il secondo libro che leggo nel giro di poche settimana la cui protagonista è un'artista come me...dovrei immedesimarmi, sentirmi vicina...invece non mi hanno catturato nè questo nè l'altro in modo particolare. La figura di Antonia è interessante ma in fin dei conti forse un po' stereotipata. Ho letto questo libro velocemente, senza soffermarmi troppo sulle frasi che ho giudicato rilevanti, non mi sono sentita coinvolta, tutto qui.

domenica 2 settembre 2012

La Foto Di Orta di L.Pariani

La foto di Orta
Milano, Rizzoli, 
La Scala, marzo 2001


 Poeticamente stancante
Il libro è scritto in modo talmente particolare e poetico che alla fine riesce difficile da leggere. Non è una lettura semplice in quanto nel libro succede poco o niente, è pura poesia di stati d'animo e attimi... Per la prima volta ho dovuto usare il vocabolario per cercare il significato di vari termini usati. Questo insieme di cose che possono essere un pregio me lo hanno reso talmente ostico da portare avanti che l'ho abbandonato. Consigliato caldamente a chi ama la poesia.


Orta è un piccolo lago piemontese, di quelli che gli stranieri del secolo scorso inserivano nel grand tour dell'Italia. Qui nel maggio del 1882, giunge il professor Friedrich Nietzsche insieme con la giovanissima Lou Von Salomé, la madre di lei e l'amico Paul.

Di quel breve soggiorno - poco più di una giornata - rimangono scarse testimonianze: un biglietto con la promessa di un incontro a due, una caricatura schizzata su un foglio quadrettato, una foglia secca di agrifoglio; il tutto conservato in una busta recante la scritta "Ricordo del Monte Sacro" che Nietzsche tenne sempre con sé.

Negli anni successivi, mentre Elisabeth, chiusa nelle proprie ossessioni sessuofobiche, alimenta la propria gelosia contro la donna che il fratello le ha preferito e costruisce intorno a lui una telaragna di menzogne, il professore tenta di rivivere fin nelle minuzie - passo passo, gesto dopo gesto - le ore dell'indimenticabile giornata ortese trascorsa accanto a Lou con l'illusione di poterle essere compagno, nel tentativo di trovare i motivi del suo fallimentare rapporto con le donne e del suo amore impossibile.

Non si sfugge però al peso, di un'infanzia in cui "castigo" e "silenzio" sono state le parole chiave, come pure al tormento della malattia ossessivamente incarnata dalla figura ribelle e distruttiva dell'Oscuro; neppure il trasformare la propria vita in un perenne randagismo di città in città si rivela una possibile via di fuga. Non c'è salvezza nella famiglia o nel viaggio, ma forse soltanto in una fotografia - la foto di Orta - gelosamente conservata nel corso degli anni: perché la memoria è l'unico luogo dove si può perdonare anche senza comprendere.


La donna della domenica di Fruttero e Lucentini

Copertina di La donna della domenica
Semplicemente delizioso, molto ben scritto e rende l'idea del famoso "ambiente" torinese degli anni 70. Il giallo fa da filo conduttore ma sembra più un pretesto per la descrizione di personaggi un po' sopra le righe e fuori dal comune...forse anche un po' fuori dal mondo a parer mio. Anna Carla mi è simpatica ed antipatica allo stesso tempo, forse a causa della sua "superficialità", ma il suo personaggio non potrebbe essere altrimenti. Sembra il prototipo della tipica signora bene intelligente e frivola, annoiata dalla benestante routine che non esita a gettarsi a capofitto in quello che per lei sembra un gioco e ad uscirne velocemente nel momento in cui il divertimento è finito.
Un affresco di un'epoca e di uno status sociale della nostra Italia.

Ti prendo e ti porto via di N.Ammanniti

Copertina di Ti prendo e ti porto via

Questo libro è un film, mentre lo si legge è possibile vederlo scorrere nella nostra mente... le pagine volano così come gli scenari. Ammanniti ha una grande capacità descrittiva di stati d'animo e di paesaggi, ti porta dentro il libro e te lo fa vivere, questo romanzo mi è entrato di prepotenza nelle viscere.
Una storia bella tra virgolette perchè mi ha lasciato un profondo senso di frustrazione e di malinconia per l'impossibilità per certe vite di avere un finale felice, pieno e totale.
Il classico libro da "ovosodo" in gola, ti lascia quella sensazione che non va né su e né giù, una piccola oppressione che ti resta addosso qualche giorno anche dopo che lo hai finito.
Da leggere.

Il quaderno di J.Saramago

Copertina di Il Quaderno

Da leggere
Per chi non lo sapesse questo libro è una raccolta dei post del Blog del grande autore portoghese.
Anche la sola lettura di qualche pagina fa capire la grandezza di quest'uomo...
Non tutti i "post" sono da 5 stelle ma il libro nel complesso lo è. Quando si legge Saramago si capisce la differenza tra la gente comune e quella fuori dal comune, lui è fuori dal comune. Il suo modo di pensare lo è, il suo modo di esporre i pensieri lo è, il fatto che pensi a certe cose a  cui nessuna persona normale penserebbe lo rende un uomo "invulgar" detto in portoghese.
Un brivido mi è sceso lungo la schiena quando ho letto il post che parlava di Roberto Saviano, il grande vecchio Saramago, sempre irriverente e che dice solo ciò che pensa, ha elogiato nel modo più profondo Roberto Saviano ed il lavoro che sta facendo incurante del fatto che sia un giovane ragazzo.
Quando un uomo di grandissima saggezza come Saramago è capace di scrivere certe cose  di un giovane si tocca l'apice dell'umiltà propria solo di chi è davvero un gigante.

L'allieva di A.Gazzola

Copertina di L'allieva
Se pensate di leggere un thriller cambiate libro...

Certi libri, per piacevoli che siano, non possono essere proprio valutati alla stregua di opere letterarie.
La Gazzola si legge bene, è un mix di giallo e rosa scritto in modo frizzante, la lettura scorre veloce anche se ad un certo punto la figura della protagonista (veramente un po' troppo disastrata e autocommiserativa) diventa noiosa.
E' un libro di quelli che una volta finiti non lasciano nulla, pura letteratura di evasione scritta decentemente. Mi aspettavo molto di più, se non altro una nota maggiormente gialla e thriller, invece il rosa prevale alla grande.
Perfetto per i pigri letterari.