Le libere donne di Magliano
I grandi della narrativa - Novecento italiano Vol. 7
Di Mario Tobino
Lingua:Italiano | Numero di pagine: 130 | Formato: Copertina rigida
Isbn-10: A000024749 | Data di pubblicazione: 01/01/1997
Io so che è Maggiano
Io so che Magliano è Maggiano.
Da piccola, ogni volta che vedevo il grande edificio affacciarsi sull'autostrada che portava al mare, mio padre mi diceva che lì c'erano i matti.
Ho letto questo libro incuriosita molto dalla vicinanza del luogo in cui è ambientato ai miei ricordi d'infanzia, i posti di cui si parla sono a me familiari essendo lucchese da parte di padre e vivendo comunque in una zona relativamente vicina; l'ho letto anche perchè di Tobino ho già apprezzato Il Clandestino e La ladra, e forse mi ero fatta delle aspettative diverse.
Di fatto questo viene definito un romanzo, ma sembra più che altro un diario di bordo dove vengono annotate le storie di ordinaria follia che si susseguono nel manicomio in cui l'autore lavorava come medico; a nulla valgono le precisazioni finali in cui Tobino afferma che tutto ciò che racconta è solamente ispirato a fatti e persone reali, è un'affermazione politicamente corretta a cui è impossibile credere, le donne di "Magliano" di cui ci parla sono sicuramente esistite.
A livello umano il libro è interessante perché si viene a conoscenza di come funzionava un manicomio, di come erano le cure prima dell'avvento degli psicofarmaci e soprattutto di come fosse facile, soprattutto per le donne, finire rinchiuse per un semplice anelito di libertà o per il semplice capriccio del marito; alcune donne paradossalmente potevano essere libere solo in manicomio.
Da un punto di vista letterario invece non mi è piaciuto molto, la storia ha proprio la forma di un diario nonostante l'uso del linguaggio poetico, un po' frammentata e spesso ripetitiva, un susseguirsi di fatti e pensieri in cui non sono riuscita a trovare però ciò che mi ha innamorata negli altri due libri dello stesso autore.
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