Decisamente sopravvalutato ( 2,5 stelle)
E per l'ennesima volta mi sono fatta fregare da Murakami.
Un libro avvincente sino a metà, era da un po' che non trovavo una lettura che mi facesse venir voglia di andare a letto presto per proseguirla, tutto però, come già accaduto con quest'autore, è sfumato in una bolla di sapone.
Se cercate risposte e spiegazioni non ne avrete.
Il racconto è congegnato in modo tale da mettere nel lettore una curiosità pazzesca di capire, di vedere come si svolgerà la storia, è creato come se fosse un thriller e per questo non si riesce a smettere di leggerlo. Questa costruzione la troviamo sino a metà del libro e forse un po' oltre, poi a mio parere comincia ad infiacchirsi, tutto il castello di carte che è stato costruito è privo di fondamenta e piano piano si sgretola e cade sul tavolo dando origine ad un brodo allungato e ripetitivo.
Io capisco il surrealismo psicologico, la libertà di interpretazione, però a me quest'operazione di Murakami sembra soltanto furba. Con la scusa del lasciar liberi di interpretare si Sceglie una via troppo facile, non si può creare una costruzione complessa per poi lasciarla andare senza fornire spiegazioni al lettore; un conto è lasciare il finale un po' aperto, dare la possibilità di interpretare come meglio si crede, ma non si può scrivere una storia con una struttura da thriller senza poi dare una soluzion minima ai molteplici interrogativi posti durante tutto il libro.
Il fatto è che il modo di scrivere di questo autore, il suo stile, all'inizio ti fanno bere ogni cosa come se fosse realtà, Murakami ha la grande capacità di mescolare tutto in modo così naturale che sembri vero. Nonostante ciò però la storia ad un certo punto non si regge più in piedi e, almeno da parte mia, c'è la voglia di avere almeno un minimo di coerenza, una soluzione ai quesiti posti.
Se fino a metà libro ho creduto finalmente di essere incappata nel capolavoro di Murakami, proseguendo ho compreso che forse non potrò mai avere da questo autore ciò che io cerco; ciò che all'inizio ho tollerato, sperando che alla fine della storia avesse un senso, si è invece rivelato soltanto l'ennesimo ingrediente sensazionalistico aggiunto al calderone.
Come mia abitudine non entrerò nei dettagli della storia, sarebbe inutile e renderebbe questo mio commento eccessivamente lungo senza un reale motivo, dico soltanto che la parte macabra riferita all'uccisione dei gatti poteva veramente risparmiarsela perché ai fini della storia è veramente ininfluente, ma ripensandoci alla fine della storia quasi tutto è ininfluente, l'essenza del libro alla fine è davvero esile e sarebbero bastate un centinaio di pagine per esprimerla.
E con questo credo che le mie letture di Murakami siamo giunte al termine.