giovedì 18 settembre 2014

Senza sangue di Alessandro Baricco

Copertina di Senza sangue

Senza infamia e qualche lode 
 
 Baricco è sempre Baricco, anche se questo libro probabilmente finirà presto nel dimenticatoio, profondo abbastanza da essere apprezzato ma non sufficientemente da rimanere nella memoria. Si tratta di un romanzo breve, io lo definirei più racconto, comunque, definizioni a parte, è una lettura scorrevole e scritta con la consueta maestria cui l’autore ci ha abituati.
La storia è divisa nettamente in due parti, la prima ambientata nel passato, la seconda nel presente. Nonostante lo scrittore spieghi all'inizio che la storia non è ambientata in uno spazio e in un tempo definiti a me è sembrato soprattutto nella prima parte di essere catapultata in un film di Guillermo Del Toro, i nomi e le atmosfere ispaniche che ho vissuto ne " La spina del diavolo"
c'erano tutte…chissà se l’autore è stato ispirato dal film visto che è uscito l’anno precedente al suo libro.
Comunque, nonostante lo stile sia sempre buono, con Baricco ho la sensazione che non ci sia autenticità, che la bellezza della sua prosa sia troppo costruita a tavolino. Anche questo racconto non mi convince fino in fondo.
È logico che ogni autore mediti e corregga a mente fredda e lucida ciò che scrive ma in Baricco mi pare di avvertire una furbizia, una sapiente malizia dello scrivere che mi crea sospetto. Forse è a causa di questa sensazione di scarsa autenticità che la storia, nonostante sia accattivante, non mi coinvolge più del dovuto. Il messaggio evidente che mi è arrivato dalla lettura di "Senza sangue" è quanto la vendetta possa essere devastante, distruttrice e quanta pace si possa invece ottenere nel rinunciarvi, di come il perdono possa essere catartico in una vita.
 
Cit. "Senza sangue" pag.49 edizioni BUR
 

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