- Sembra paradossale ma i racconti di Concita De Gregorio e suo figlio Lorenzo mi hanno inquietata.
Questa lettura è stata una caccia al collegamento, in ogni storia ho cercato il filo rosso che la collegasse alle altre e dopo aver incrociato lo stesso personaggio in uno o più racconti ho capito che l'unico vero filo rosso è costituito dall'isola sul quale tutte le vicende sono ambientate.
Queste storie che in apparenza potrebbero sembrare leggere, portate da un soffio di vento, in realtà mi hanno suscitato emozioni e lasciata un po' disturbata, forse per la loro sospensione, per il non definire per bene le cose, per quella parte surreale che mi spaventa perché non spiegabile con il raziocinio.
Mi sto scoprendo più concreta di quanto credessi, l'irresoluto mi affascina ma mi turba, cerco una logica, una spiegazione tangibile anche in ciò che non è nato per essere razionale e forse qui sta il mio errore. Queste storie sono nate da un gioco infantile e maturo, e come tale dovrei prenderle senza cercare pedissequamente una spiegazione, una conclusione definitiva, rovinando così lo spirito del libro. Sono storie da prendere e gustare così, di un'isola, dove il vento porta e toglie, dove un gatto e un corvo possono decidere la vita e la morte delle persone, sono favole serie.
Lo stile è molto piacevole, una scrittura che si legge volentieri, accurata, garbata, ironica, leggera e profonda allo stesso tempo.Citazioni:"Facevano mondo da soli.""Ciascuno Tiene gli altri e li fa esistere, perché se tu non ci sei niente di tutto il resto esiste, esiste solo perché lo vedi, ci vivi, lo fai vivere.""Non sono ubbidienti, le ragioni. Sono come il vento quando gira, tu lo sai. Ci sono giorni che il vento sparisce e ricompare, e ogni volta arriva da un angolo diverso."
mercoledì 6 agosto 2014
Un giorno sull'isola di Concita De Gregorio e Lorenzo
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