venerdì 15 maggio 2015

L'amore fatale di Ian McEwan


Quando lo stalking non era ancora reato  (4,5 stelle)

Questo è stato il mio primo approccio a McEwan, e sinceramente non ricordo nemmeno cosa mi abbia spinto a prendere questo libro a scambio, ma sono lieta di averlo fatto.
Si tratta di un romanzo non classificabile a mio avviso, mescola la suspance di un giallo con la divulgazione scientifico-filosofica e l'analisi profonda e molto analitica dei sentimenti e delle dinamiche umane.
La scrittura è scorrevole, perfino nei passaggi dove c'è una minuzia del particolare quasi logorante, il testo rimane piacevole da leggere, e questo sicuramente grazie alla bravura dell'autore col suo very english style, ma anche grazie alla bravissima traduttrice Susanna Basso.
Il romanzo è ambientato negli anni '90, quando ancora il reato di stalking non era riconosciuto e si basa su una storia realmente accaduta, da cui McEwan prende spunto per sviscerare tutto ciò che  una persecuzione comporta a livello emotivo e pratico nelle vite di chi ne resta coinvolto. Ma il libro non parla solo di questo, tocca argomenti che vanno dall'analisi delle relazioni di coppia, all'annosa questione scienza contro religione, alla descrizione delle frustrazioni lavorative che possono colpire anche chi apparentemente sembra appagato da una brillante carriera, alla semplice (si fa per dire) caratterizzazione di diverse tipologie umane e molto altro.
Sinceramente "L'amore fatale" mi è piaciuto molto e mi invoglia a leggerlo ancora. McEwan non mi ha travolta con un innamoramento folle e repentino, la sua scrittura lucida ed analitica non porta ad una passione immediata e sensuale, tuttavia mi ha catturata per la sua intelligenza e per la raffinatezza di scrittura accompagnate ad una capacità descrittiva fuori del comune.

CITAZIONI



"Forse è questa l'essenza di ogni lettera d'amore: la celebrazione dell'unicità."

" Non esiste società umana studiata dagli antropologi, <...> che non presenti una suddivisione in uomini-guida e sottoposti; e nessuna emergenza che sia mai stata risolta efficacemente secondo sistemi democratici."

"Anche l'egoismo ce lo portiamo scritto nel cuore. È questo il conflitto di noi mammiferi: quanto dare agli altri, E quanto tenere per noi. "

"È chiaramente falso che senza linguaggio non esista pensiero. Io avevo un pensiero, uno stato d'animo, una sensazione e stavo cercando il modo per dire ciascuno di essi."

" D'altra parte, sorridono anche i neonati cechi e sordi. Il sorriso deve proprio essere messaggio forte, e per buone ragioni evoluzionistiche."

"Non ci furono liti, nemmeno battibecchi, come se entrambi sapessimo che un confronto poteva farci a pezzi. Ci rivolgevamo la parola con estrema cautela, chiacchieravamo di lavoro e ci scambiavamo messaggi sulla spesa, il mangiare, le piccole incombenze domestiche. <...> Se non proprio l'amore, avevamo dimenticato il trucco che lo chiami in vita, non sapevamo come entrare in argomento. <...> mi ricordavo della sua bellezza come di un dato acquisito sui libri e imparato a memoria."

"Tutto ciò che è prevedibile diventa, per definizione, scontato e lascia la nostra attenzione libera di concentrarsi meglio sull'inatteso e il casuale."

"Viviano dentro una nebbia percettiva in parte condivisa, ma inaffidabile, e i nostri dati sensoriali ci arrivano distorti dal prisma di desideri e convinzioni che alterano persino i ricordi. <...> Discendiamo da una stirpe degli spacciatori di mezze verità in quali per convincere gli altri, escogitarono l'espediente di persuadere se stessi."



venerdì 8 maggio 2015

Biglietto scaduto di Romain Gary


Biglietto scaduto
collana: Biblioteca Neri Pozza
ISBN 978-88-545-0138-6
Pagine 224
Euro 12,00
*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***
Una certezza (4,5 stelle)
Ormai questo autore si sta rivelando una certezza. 
Mi sono innnamorata di Romain Gary leggendo "La vita davanti a sè" e mi sono ripromessa che avrei letto qualcos'altro di suo.
Questo è un romanzo insolito, dove si parla di un tema che non mi era mai capitato di trovare in letteratura, e soprattutto se ne parla in un modo così esplicito che tutto diventa facile, naturale e mai volgare. Il declino fisico-sessuale maschile è al centro del libro, ciò che accade ad un uomo piacente quando comincia a non essere più padrone del suo corpo viene qui sviscerato con profondità e ironia al tempo stesso, troviamo nelle parole di Gary una brutale sincerità mescolata ad una poesia del sentimento. In questa storia, oltre a molto altro, si racconta anche la beffa della vita, le cose capitano quando capitano e non necessariamente quando si hanno le forze per affrontarle; qui, quando l'eroe è finalmente  disposto ad amare con con tutto te stesso il corpo non lo assiste più.
Man mano che la storia proseguiva non potevo fare a meno di identificare il protagonista con l'autore stesso, ed ho creduto di ritrovare nei motivi che portano Jaques Rainier a voler organizzare il suo assassinio le stesse pulsioni che hanno portato Gary a suicidarsi nel 1980. Quando uno scrittore è così bravo da farti credere reale ciò che scrive, diventa quasi impossibile non farsi affascinare dalle coincidenze, pensare che ciò che stiamo leggendo siano la verità e l'esperienza viva dell'autore diventa quasi inevitabile.
Di questo romanzo ho apprezzato tutto, lo stile, la tematica, le riflessioni... un po' meno il finale. Non fraintendetemi, a me il lieto fine piace, ma qui mi è parso che si sia voluto dare un contentino all'amore, si è voluto far vincere il sentimento sul declino, il romanticismo sulla realtà. Forse sono rimasta un po' appesa perchè nella vita reale l'autore, nelle mie convinzioni  alterego del protagonista, si è ucciso, e nella mia mente, che aveva classificato questo libro come una sorta di spiegazione e di addio, si era creata un'aspettativa che è stata disattesa.
Nonostante questa piccola critica rimane una bella storia che consiglio di leggere sia alle donne che come me ignorano molte dinamiche maschili e qui possono trovare risposte interessanti, che agli uomini perchè trovino tra queste righe un conforto nel mal comune.

CITAZIONI

"Temo solo che venga presto il momento in cui la comprensione si muta in compassione e la tenerezza, la preoccupazione di risparmiarmi si avvicinano tanto pericolosamente alla pietà e alla sollecitudine materna che i nostri rapporti rischiano di cambiare natura.
Una pericolosa simmetria in cui l'angoscia di uno sollecita l'insicurezza e l'ansia dell'altro: così tutto si aggrava fino all'incomunicabilità finale..."

"Quando mi mette così la testa sulla spalla, come è strano scoprire che la mia spalla non era mai stata al suo posto. Il collo ha una facilità nella grazia che la letteratura ha banalizzato con l'aiuto dei cigni. La sottigliezza della vita spaventa le mie mani che la pienezza dei fianchi subito colma, e quando la capigliatura sciolta si unisce alla testa; le mie labbra perdono il respiro a furia di correre. Penso alle statue di coppie scolpite nella pietra che si sono scalfite ed erose nello scorrere del tempo e a quella nostalgia di durata infinita che fallirà nella pietra, perché solo gli istanti hanno genio.
Era uno di quei vecchi che sembrano invecchiati nella felicità della coppia e immaginavo che avesse una moglie che gli somigliava e che i loro sessant'anni di vita in comune fossero una specie di segreto che dividevano e che aveva una risposta a tutto."

"«E' una sporca faccenda, essere sempre giovani, quando si invecchia...»"

"Non ho mai ricevuto dono più bello di quel modo che aveva di dormire sul mio petto in un atteggiamento fiducioso e di totale sicurezza."

venerdì 1 maggio 2015

Due libri "abortiti"

Ci sono dei libri di cui immediatamente riconosci il valore assoluto, ma che per una ragione o per l'altra non riescono a catturarti e a farsi leggere fino in fondo. E' il caso di "Justine" di Lawrence Durrell e di "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman, curioso che siano capitati sul mio cammino nel corso dello stesso mese. 
Nel caso del primo sono riuscita a portarlo con fatica fino a metà per poi cedere definitivamente all'abbandono, per il secondo invece mi sono limitata ad una sessantina di pagine e a spizzicare qua e là per rendermi conto se era il caso di proseguire o meno, ed ho deciso di accantonarlo. Non li darò in pasto ai pescecani, può anche darsi che più avanti possa riprenderli, ma per adesso sono letture che, seppur a malincuore, ho dovuto abortire, sto attraversando una fase di grande stanchezza in cui non avanza nessuna energia per potermi concentrare in letture per me così faticose.


Justine

Editore: Longanesi & C. (I libri pocket, 30)
Lingua:Italiano | Numero di pagine: 263 | Formato: Paperback
Data di pubblicazione:  | Edizione 1
Traduttore: Liana M. Johnson




La motivazione principale che mi ha spinta ad abbandonare questo libro è la difficoltà della lettura. Sicuramente non ho la cultura necessaria per poter comprendere molti passaggi e di conseguenza la noia, dovuta all'incomprensione, ha preso il sopravvento; mi sono ritrovata a chiudere gli occhi leggendo frasi per me vuote di significato, elucubrazioni inconcepibili. Sono riuscita ad arrivare a metà solo perché le parti che riuscivo a comprendere sono scritte con uno stile eccellente e propongono ragionamenti filosofici interessanti; ma ciò non è bastato, mi sono dovuta arrendere all'evidenza che leggere due pagine per sera non è leggere, bensì stentare.


Che tu sia per me il coltello

Editore: Mondadori (Oscar contemporanea)
Lingua:Italiano | Numero di pagine: 336 | Formato: Paperback | In altre lingue: (altre lingue)
Isbn-10: 8804588195 | Isbn-13: 9788804588191 | Data di pubblicazione:  | Edizione 2
Traduttore: Alessandra Shomroni




Grossman è indubbiamente un genio dell'animo umano e della letteratura, lo si capisce subito, sono bastate poche frasi a farmelo capire, ma questo libro per me è un macigno. Non amo particolarmente lo stile epistolare, in questo caso c'è l'aggravante (che potrebbe essere vista come un pregio) che buona parte del romanzo è epistolare a senso unico. Yair, il protagonista, ci sommerge, ci inghiotte in una voragine creata dai suoi pensieri a raffica, buttati giù nelle lettere inviate a Myriam, le cui risposte si intuiscono soltanto dai riferimenti di Yair. Questa valanga di pensieri e parole mi hanno sommersa, soffocata, ho trovato quest'uomo insopportabile, invadente, opprimente. Se mi fossi trovata al posto di Myriam sicuramente lo avrei denunciato per stalking. Ciò che mi ha rattristato nell'abbandonare questo libro è che in questo marasma di pensieri ci sono comunque delle gemme rare di poesia e di concetto che vale la pena assaporare, ma per me è fondamentale che nella lettura ci sia anche un piacere, e qui invece ho provato solo claustrofobia, una sensazione che nel mio stato di affaticamento attuale non è sopportabile, nemmeno in nome della buona letteratura.