lunedì 27 giugno 2016

L’ultima primavera di Corrado Augias

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Copertina rigida
Editore: Rizzoli (1985)
Lingua: Italiano
Numero di pagine: 257

Un libro a metà tra poliziesco e spionaggio in un’ambientazione storico politica seguente la grande guerra. Una piacevole lettura scritta con il solito garbo di Corrado Augias. Alcuni spunti interessanti, specchio di una società che rimane immutata in certi aspetti indipendentemente dall’epoca presa in esame.

Un colpo di scena finale forse in parte  prevedibile, nel senso che non mi ha stupita più di tanto… Continuo a preferire Augias come giornalista che come scrittore, anche se questo libro forse è quello che mi è piaciuto maggiormente tra tutti i suoi.

Citazioni:

Avvertiva in quelle frasi smozzicate il ruminio della massa inafferrabile e, insieme, un confuso disagio, la sensazione di idee ragguardevoli ridotte a poltiglia nella mente di piccola gente.

Le novità si presentano sempre in modo brutale, riuscì a pensare. Demoliscono tutto ciò che gli si para davanti con una forza non più consapevole di quella di un bambino che fa a pezzi un giocattolo per vedere com’è fatto dentro.

Sono arrivato a una conclusione, rispose, non voglio più né riformare né corrompere la società. Vorrei essere semplicemente lasciato in pace.

Quell’uomo non aveva probabilmente mai letto un verso in vita sua ma non sembrava affatto un imbecille. Un esaltato, questo sì, una di quelle creature duttili di cui ogni idea, grande o piccola, ha bisogno per prendere corpo nel mondo.


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venerdì 24 giugno 2016

L’uomo che guarda di Alberto Moravia

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Di Alberto Moravia
Numero di pagine: 218 Copertina flessibile: 229 pagine
Editore: Bompiani; 9 edizione (12 luglio 2000)
Collana: I grandi tascabili
ISBN-10: 8845244954
ISBN-13: 978-8845244957

 

 Si smonta

Possiamo definirlo un romanzo erotico? Forse in alcune sue parti, anche se l’argomento sesso è trattato talmente senza tabù che appare quasi scientifico. Soprattutto mi pare un racconto dalle caratteristiche più che altro introspettive che dopo un crescendo iniziale si smonta un po’, dopo la prima spinta  la narrazione purtroppo perde un po’ di ritmo, ferma restando l’arguta intelligenza dello scrittore che traspare sempre e comunque. In quanto all’evoluzione psicologica del protagonista approda ad  un nulla di fatto, mi sembra che rimanga un bamboccio in balia del padre e della moglie, incapace di un’assertività personale e adagiato nelle decisioni altrui.

La storia è originale e forse un po’ assurda ma non inverosimile, di fatto l’unica cosa che regge davvero è la capacità autoriale di Moravia, la sua bravura nel descrivere pensieri talvolta banali e nel renderli letteratura; alcune elucubrazioni dell’io narrante sono tutt’alto che elevate, anzi sono pensieri molto diffusi che chissà in quanti abbiamo pensato senza riuscire a focalizzarli in modo consapevole, ecco la bravura di Moravia sta in questo, nel mettere in parole sensazioni quasi primitive e comuni alla maggior parte degli uomini senza che questi ultimi invece si accorgano di elaborarle.

Sicuramente non è il libro migliore che abbia letto di Moravia ma vale comunque la pena di essere letto, soprattutto se lo stile dell’autore vi piace.

CITAZIONI

Ecco: era lo sguardo già di un padre al figlio; ma quello di un uomo angosciato a un altro uomo. Curiosa contraddizione: questo sguardo di uomo a uomo ha fatto sì che da quel momento io abbia cominciato a comportarmi con lui come da figlio a padre.

Di che cosa parla Silvia? A ben guardare: di nulla. Ma questo nulla fatto di minuti osservazioni, confidenze, riflessioni e commenti, alla fine si configura come quell’atmosfera che di solito va sotto il nome di intimità.

Non è un uomo che mangia; È un professore d’università che si nutre con discrezione, con calma, con distacco.

In un uno scrittore ciò che più importa le cose che scrive ma come le scrive. Che poi abbia vissute o meno, non ha importanza. Nella poesia dell’africana, tutto è inventato. Nel romanzo di Dostoevskij, nulla è inventato. Il poeta non ha mai visto l’africana fare l’amore con una bambina. Il romanziere, invece, ha fatto l’amore con una bambina. Ma la bambina del poeta è altrettanto reale che quella del romanziere, E viceversa.

E cioè che la fine di questo mondo in cui mi trovo a vivere sia implicita nella composizione del mondo stesso: una fine per fuoco, in un mondo nel quale, in condizioni normali, il fuoco è raro allo stato naturale e spontaneo.

Tutti i libri di Moravia

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sabato 18 giugno 2016

I vecchi e i giovani di Luigi Pirandello

copertina“TRADUTTORE:
CURATORE: Nozzoli, Anna

CODICE ISBN E-BOOK: 9788897313526

DIRITTI D’AUTORE: si

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://ift.tt/1sASa2U.

TRATTO DA: I vecchi e i giovani / Luigi Pirandello ; a cura di Anna Nozzoli ; cronologia di Simona Costa – Milano : A. Mondadori, 1992 – LXI, 549 p. ; 19 cm

CODICE ISBN FONTE: 88-04-36548-X”

Passi di: Luigi Pirandello. “I vecchi e i giovani”.

Lettura ascoltata mediante il Podcast letto da Massimo Popolizio di Ad alta voce Radio 3

POVERA MEMORIA MIA!

Lettura tormentata dalla mia incapacità di tenere a mente i personaggi…tanti, troppi! Purtroppo non sono riuscita a godere appieno della storia proprio a causa della confusione mentale che mi si è creata in testa, non riesco, nemmeno a libro finito, a ricordare il nome di un personaggio, dico uno. Altre volte ho trovato difficile tenere i fili delle storie e dei nomi ma stavolta è stato un dramma. Posso solo dire che al di là di protagonisti e comprimari ho goduto di qualche passaggio per la sua fruibilità indipendente dalla storia, per l’acutezza tipica di Pirandello nel descrivere situazioni.

Mi è parso un Pirandello diverso da quello che conosco, ho letto recentemente le Novelle e sinceramente le ho apprezzate infinitamente di più, ne I vecchi e i giovani mi pare di ravvisare uno stile meno intimista e più pacato, forse a tratti macchiettistico.

Una menzione speciale va a Massimo Popolizio il quale ha eseguito una lettura a mio parere magistrale.

A questo punto non saprei che dire di più se non riportare le citazioni dei concetti che ho estrapolato dalle vicende del libro.

“Ma se togliete od oscurate agli uomini ciò che dovrebbe splendere eterno nel loro spirito: la fede, la religione? Orbene, questo aveva fatto il nuovo governo! E come poteva più il popolo starsi quieto tra le tante tribolazioni della vita, se più la fede non gliele faceva accettare con rassegnazione e anzi con giubilo, come prova e promessa di premio in un’altra vita? La vita è una sola? questa? le tribolazioni non avranno un compenso di là, se con rassegnazione sopportate? E allora per qual ragione più accettarle e sopportarle? Prorompa allora l’istinto bestiale di soddisfare quaggiù tutti i bassi appetiti del corpo!”

“…a poco a poco, dopo la prima scossa nel riveder l’amico e ora per la commozione crescente nel rievocare gli antichi ricordi della gioventù, cominciava a scomporsi in loro la coscienza presente, e con una specie di turbamento segreto che li inteneriva avvertivano in sé la sopravvivenza di loro stessi quali erano stati tanti e tanti anni addietro, con quegli stessi pensieri e sentimenti che già da un lungo oblìo credevano oscurati, cancellati, spenti. Si dimostrava vivo in quel momento in ciascuno di loro un altro essere insospettato, quello che ognun d’essi era stato trent’anni fa, tal quale; ma così vivo, così presente che, nel guardarsi, provavano una strana impressione, triste e ridicola insieme, dei loro aspetti cangiati, che quasi quasi a loro medesimi non sembravano veri”


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