lunedì 11 gennaio 2016

Galveias di José Luis Peixoto

Galveias

Editore: Quetzal
Lingua: Português | Numero di pagine: 278 
Formato: Paperback
Isbn-10: 9897221794 | Isbn-13: 9789897221798 
Data di pubblicazione: 


Aspro 

Peixoto è considerato uno dei maggiori scrittori contemporanei del Portogallo, probabilmente sia per lo stile che per le tematiche trattate. 
Questo è il mio terzo souvenir della Livraria Bertrand di Lisboa e me lo sono letto in lingua originale, ho trovato qualche difficoltà a causa di vari termini a me ignoti, tuttavia ho potuto apprezzarlo abbastanza anche per il modo in cui è stato scritto. Mi ricorda molto per le tematiche A Sibila di Augustina Bessa Luis , ma per quanto riguarda lo stile ho avuto in questo caso maggior facilità di lettura, forse proprio grazie ad una scrittura contemporanea e scorrevole.
La storia è quella di un paese rurale dell'Alentejo, ambientata negli anni '80, ma che sembra molto più simile ai nostri anni '60 per lo stile di vita che viene narrato; non ci scordiamo che in Portogallo fino al 1974 c'è stata la dittatura e ciò ha sicuramente influito su una maggior preservazione delle tradizioni e del modo di vivere all'antica, soprattutto nei paesi dell'entroterra.
Ho scritto che è la storia di un paese perché Galveias è il nome della freguesia di cui è originario l'autore, ogni capitolo ci presenta nuovi personaggi che poi si ritrovano talvolta nei capitoli successivi solo di sfuggita,  personaggi legati tra loro in qualche modo che tessono una ragnatela umana che va a creare la trama di una società intera. Una specie di puzzle in cui i personaggi non vengono approfonditi eccessivamente a livello psicologico bensì sembrano finalizzati a dare una visione d'insieme, sembrano comandati da pensieri e bisogni abbastanza elementari ( cosa tipica dei luoghi in cui la vita è molto dura e non c'è tempo e voglia di filosofare), ci forniscono un quadro ruvido di una realtà che forse solo da pochi anni sta andando a scomparire. L'ho definito un libro aspro perchè poco o nulla concede alla tenerezza e al sentimentalismo ed i fatti di cui si narra sono per lo più spiacevoli e talvolta anche orribili.
Nel complesso mi è piaciuto abbastanza anche se su temi simili, in cui si analizza un tessuto sociale, ho letto altri libri maggiormente psicologici e politicamente espliciti che mi sono piaciuti maggiormente, come ad esempio  Il mare non bagna Napoli o Cristo si è fermato ad Eboli.



mercoledì 6 gennaio 2016


Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
Di Carlo Emilio Gadda
Editore: Garzanti
Lingua: Italiano | Numero di pagine: 275 
Formato: Tascabile economico
Isbn-10: 8811666422 | Isbn-13: 9788811666424 
Data di pubblicazione: 01/02/1987



Acrobazie letterarie  ( 3,6 stelle) 

Lettura non facile questo pasticciaccio di nome e di fatto, soprattutto inizialmente quando mi sono trovata a passare in modo continuo da un tipo di linguaggio all'altro senza sapere chi ringraziare.
Di fatto la trama poliziesca mi è sembrata più che altro un pretesto per mostrare uno spaccato umano e sociale che a mio parere ha prevalso sulla storia. Alcuni sostengono che il libro non sia compiuto e che le varie versioni cinematografiche e televisive si siano arrangiate a trovare un colpevole più definito che nel romanzo, ma come ripeto credo che la trama fosse davvero solo un pretesto, e tutto sommato mi pare che comunque una fine ci sia e che il colpevole, anche se non dichiarato in modo eclatante, sia stato scoperto.
Dopo lo smarrimento iniziale ed il fastidio per un uso smodato del romanesco ho avuto modo di apprezzare la qualità e la capacità stilistica dell'autore che ha rivelato di sapersi destreggiare con linguaggi forbiti e popolani dai vari accenti, di saper spaziare in vari mondi e di saperli descrivere tutti molto bene allo stesso tempo, e questo è un grande talento.
Purtroppo a dispetto della bravura di Gadda non mi sono apassionata al libro proprio a causa della trama, troppo densa di personaggi e quindi per me quasi impossibile da seguire, ahimé avendo una memoria soprattutto visiva mi sono decisamente persa nel marasma di nomi presentati; per quanto possa trovare lo stile interessante la storia costituisce  almeno il cinquanta per cento del libro, e se non sono capace di seguirla son dolori.
Dopo essermi documentata un po' ho deciso di guardare la versione cinematografica del romanzo che pare sia realizzata molto bene ( Un maledetto imbroglio, diretto da Pietro Germi e uscito nel 1959), per vedere se almeno vedendo in faccia i vari protagonisti riesco a godere maggiormente della storia seppur non sia quella la colonna portante del libro.

domenica 3 gennaio 2016

Il cardellino di Donna Tartt


Il cardellino
Di Donna Tartt
Editore: Rizzoli
Lingua: Italiano | Numero di pagine: 896
Isbn-10: 8858665171 | Isbn-13: 9788858665176 
Data di pubblicazione: 2014-03-xx | Edizione 1
Traduttore: Mirko Zilahi de' Gyurgyokai
 
 
 
 

Un Pulitzer deludente 

Ma siamo sicuri che questa autrice abbia vinto il Pulitzer con questo libro? Cosa si sono fumeti i membri della giuria?
Paragono questo romanzo ad un soufflé tirato fuori dal forno troppo presto: una spinta iniziale che si affloscia e si sgonfia man mano che si procede con la lettura.
Se tale opera fosse stata scritta da un esordiente avrei dato tre stelle perchè oggettivamente ha degli spunti interessanti e delle parti appassionanti, ma se me la presentano come vincitrice di un premio così prestigioso e, soprattutto se la paragono ad altre opere che hanno meritato lo stesso Pulitzer, allora le due stelle sono d'obbligo. Realmente questo è un libro di cui si può fare a meno.
896 (!!!) pagine che potevano essere ridotte benissimo alla metà e anche meno, ripetitivo e allungato con particolari e vicende inutili, personaggi poco approfonditi nonostante l'apparente intensità della storia...insomma un pappone in cui è finito di tutto e di più ma del quale alla fine non mi è rimasto niente, se si esclude una sorta di tendinite al polso dovuta allo sforzo di reggere il tomo.
Hanno paragonato questo romanzo a quelli di Dickens, personalmente non ho letto nulla di quest'ultimo ed ho visto soltanto delle trasposizioni cinematografiche delle sue storie che, a dire il vero, non mi sono piaciute affatto. Menomale che non l'hanno paragonato a Tolstoj, altrimenti sarei insorta pubblicamente ed avrei fomentato una rivoluzione.
Quello che mi dispiace è che l'inizio di questo romanzo è molto bello e coinvolgente, così ben descritto da farti vivere realmente ciò che il protagonista racconta, poi cambia registro, sembra quasi che a continuare la storia sia un'autrice diversa, incapace di mantenere il livello della prima parte.
Un romanzo così lungo deve essere perfetto come lo è Anna Karenina, deve lasciarti qualcosa, deve avere in sé qualcosa di immortale che rimane indipendentemente dalle epoche, altrimenti viene fuori soltanto una storia buona per una telenovela o in questo caso per un film d'azione.
Volete leggere un Pulitzer che valga davvero la pena? Allora leggete Olive Kitteridge di Elizabeth Strout oppure Le ore di Michael Cunningham. Non sono malvagi nemmeno Lezioni di respiro di Anne Tyler o Amatissima di Toni Morrison, da lasciar perdere invece a mio avviso Middlesex di Jeffrey Eughenides, forse pure peggiore di questo "Cardellino".
Unico lato positivo di questa lettura è lo stimolo creativo derivatone e sfociato nella realizzazione di un "reggilibro da letto",  attrezzo fondamentale per riuscire a finire il malloppone senza distruggere il polso in modo definitivo, realizzazione di cui ringrazio pubblicamente mio marito per l'aiuto tecnico.
Reggilibro da letto, realizzato artigianalmente con scarti di cavalletti da pittura.

venerdì 1 gennaio 2016

Sette cioccolatini di Sergio Piccolotto

Sette cioccolatini
Racconti Di Sergio Piccolotto 
Editore: Marco Del Bucchia
Lingua: Italiano | Numero di pagine: 77
Formato: Paperback Isbn-10: 8847107571 | Isbn-13: 9788847107571






Piacevole

"Leggilo nel periodo di Natale" mi ha detto Sergio Piccolotto quando mi ha dato questo libro, ed io ho seguito il suo consiglio.
Si tratta di una serie di racconti molto brevi che ruotano per tematica intorno al Natale anche se non vi sono legati a doppio filo. Si tratta di storie scritte in modo molto piacevole ed ambientate in modo credibile, l'amico Sergio è un moderno Salgari, capace di parlare di luoghi in cui non è mai stato. In alcuni racconti a mio parere è mancata un po' di chiarezza, la storia ha risentito di un'eccessiva brevità. Vorrei che il prossimo prodotto letterario di Piccolotto fosse un racconto più lungo, nel quale possa esprimere appieno la sua capacità di scrittore e di persona.