domenica 8 novembre 2015

Una questione privata di Beppe Fenoglio


Una questione privata

Di Beppe Fenoglio

Editore: Giulio Einaudi Editore
Numero di pagine: Isbn-10: 8858400399 | Isbn-13: 9788858400395





Non può essere finito (4,5 stelle)


No, non può essere finito così, e il fatto che il romanzo sia stato pubblicato postumo avvalora la mia sensazione, Fenoglio non può abbandonare Milton in questo modo feroce, senza una vera fine della storia.
In questa mia scoperta di scrittori facenti ormai parte della tradizione letteraria continuo a provare stupore per quanto mi piacciano, e anche questo romanzo si va ad aggiungere alla schiera delle piacevoli sorprese. Perchè mi stupisca poi non lo so, se certi libri sono così insediati nella storia culturale umana ci sarà un motivo, ma forse sono cresciuta erroneamente pensando che la letteratura di un certo tipo dovesse essere noiosa, pesante e per questo da leggere obbligatoriamente a scuola come se fosse una punizione, cosa che sono riuscita, purtroppo per me, ad evitare.
Una questione privata è un racconto avvincente, soprattutto nelle sue parti descrittive dei sentimenti e delle emozioni, una fotografia della resistenza vista da un'ottica molto personale, dove la guerra è solo lo sfondo a ciò che preme davvero al protagonista: l'amore per una ragazza. Leggendo questo libro mi sono resa conto che alla fine la guerra era fatta dai ragazzini, Milton ha ventidue anni ed in mezzo al fango e alla guerriglia ciò che più gli preme è sapere se la ragazza di cui è innamorato abbia avuto o meno una relazione con un suo amico d'infanzia nonché compagno di resistenza. Ma non lo sapremo. Tutta questa folle corsa verso la verità si arresta e noi non sappiamo più nulla dei giovani protagonisti ai quali ci siamo affezionati e interessati.
Il libro è scritto in modo poetico e asciutto allo stesso tempo, rende il lettore partecipe senza scadere nel melodrammatico, tuttavia c'è stato un passaggio in cui sono arrivata alle lacrime:  un ragazzino di 15 anni prigioniero della fazione nemica viene fucilato per rappresaglia, praticamente non sapeva nemmeno di essere diventato un partigiano, non aveva nemmeno mai combattuto, voleva vivere e non capiva il perché di questa fine assurda che gli era toccata in sorte.
Peccato questa fine sospesa che cozza con il resto del libro, nessuno mi toglie dalla mente che Fenoglio non sia riuscito a terminare il romanzo, non riesco proprio a vedere queste ultime parole come un finale volutamente aperto.

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