mercoledì 3 settembre 2014

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce



Sperling & Kupfer ISBN 978887339656
ANNO DI USCITA 2014
PAGINE 320
*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***

Una bella storia
Chi paragona Harold Fry a Forrest Gump è certo di aver letto questo libro? Il viaggio di Harold è un cammino di espiazione, una sorta di pellegrinaggio per lenire i sensi di colpa, una strada faticosa che porta a scoprire se stessi anche attraverso l'incontro con altri e a guardare al passato cercando di comprenderlo e porvi rimedio.
Non si tratta certo di un capolavoro letterario, tuttavia è un romanzo scritto in modo scorrevole che affronta temi drammatici senza scadere nel facile sentimentalismo rimanendo al tempo stesso “ mano", mettendo in luce la forza e la debolezza di un uomo anziano che fa i conti con la propria vita ed i propri errori.
Si prova simpatia per Harold perché è un uomo normale, gli sbagli commessi non sono colossali e chiunque nel corso della sua vita può trovarsi a commetterne di simili, chiunque può identificarsi con questo personaggio che ad un certo punto della sua vita è spinto da una forza interiore a mettere a posto le cose.
Ho trovato la parte finale lancinante, la descrizione di Queenie Hennessy, l’amica di Harold malata terminale di cancro ed elemento scatenante del viaggio, è stata per me fonte di estrema sofferenza; l’argomento malattia con morte annessa è un incubo che mi perseguita nella vita e che spesso incontro nella lettura, e ci sono casi, come in questo libro, in cui le parole scritte mi arrivano addosso quasi fisicamente, in una sorta di risveglio della coscienza ma anche come auto-cura dalle paure, mi danno la consapevolezza che certi vissuti sono inevitabili nel corso di un’esistenza e così è.
Spesso penso che attraverso i libri che scelgo, talvolta inconsapevolmente, tento di fare un cammino di crescita personale affrontando i temi che più mi toccano e mi condizionano.
Ma ne “L’imprevedibile viaggio di Harold Fry” non si parla solo di dolore, di malattia e di morte. Ci sono anche spiragli di luce, di speranza, incontri fugaci con persone che arricchiscono o che mettono di fronte a scelte, c’è soprattutto la bellezza di un rapporto coniugale che finalmente riesce a seppellire il passato e a riscoprire l’amore che aveva legato due persone e che si era perso tra dolore e recriminazioni. Nel complesso quindi un messaggio positivo da un romanzo che ci parla con parole semplici di cambiamenti e che mi sento di consigliare un po’ a tutti coloro che amano e credono nei viaggi interiori.

Citazioni:

“E proseguì, un piede davanti all’altro. Adesso che era venuto a patti con la propria lentezza, godeva della distanza già percorsa.”

“Ma io non finisco mai di stupirmi di quanto siano difficili le cose che in realtà dovrebbero risultare naturali”

“Come mai una verità che in passato l’aveva fatta sorridere e appoggiare la testa sulla spalla, anni dopo era diventata la fonte di tanta rabbia e risentimento?”

“Capì che il suo viaggio a piedi, quel camminare per espiare i propri errori, era anche un modo per accettare le stranezze degli altri. Essendo di passaggio, si trovava in un luogo dove tutto, non solo gli spazi, era aperto. La gente si sentiva libera di parlare, e lui era libero di ascoltare. Di portarsi via un po’ di loro. ”

“accettando, aveva imparato qualcosa di nuovo: che si ottiene un dono sia nel ricevere sia nel dare, e che c’è bisogno di coraggio e di umiltà in entrambi i casi”

“Un tempo era stata una donna che si chiamava Queenie Hennessy. Teneva la contabilità, e aveva una calligrafia impeccabile. Aveva amato qualche volta, e aveva perduto, ed era così che doveva andare. Aveva toccato la vita, ci aveva giocato per un po’, ma la vita è una canaglia infida, e a un certo punto dobbiamo chiudere la porta e lasciarcela alle spalle. Un pensiero che l’aveva terrorizzata per tutti quegli anni. Ma adesso? Non lo trovava più spaventoso. Non le faceva nessun effetto. Era così stanca. ”

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