martedì 13 agosto 2013

L'uomo che non poteva morire di Timothy Findley

Copertina di L'uomo che non poteva morire
*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***
Troppo caos (3,5 stelle)
Questo lungo libro non ha avuto una qualità costante per tutta la sua durata. Si suddivide in 6 libri ed un epilogo e posso affermare che l'unica parte che mi abbia esaltata veramente è riferita al primo libro soltanto. L'inizio mi ha portata a divorare le pagine una dopo l'altra, avvincente come un giallo e stimolante dal punto di vista psicologico. Pur essendo fonte di citazioni colte ha un taglio tipico dei libri di suspance che ti tira fino alla fine delle sue 557 pagine, nonostante le storture della trama e le dissertazioni fiolsofico-psicologiche che possono risultare faticose. Fin da subito cominciamo a chiederci se Pilgrim (il protagonista insieme al dottor Jung)sia una persona mortale o meno e man mano che si va avanti veniamo indirizzati ora verso l'idea che possa essere un angelo, poi semplicemente un pazzo ed infine verso la conclusione che sia un essere cui è data la capacità di ricordare le molte vite che ha vissuto. Ma questa conclusione sinceramente ha delle evidenti contraddizioni logiche...a questo punto o smettiamo di voler far tornare tutti i tasselli o lasciamo perdere il libro. L'incastro tra la realtà dei personaggi e la finzione è talmente ben congegnata che risulta difficile capire cosa è vero e cosa no. Ad ogni modo credo che Finley abbia creato un po' un polpettone, tra fatti realmente accaduti, teorie e storie completamente inventate c'è una sorta di caos nel quale credo che lo scrittore stesso alla fine si sia perso. Mi è venuto il dubbio che abbia voluto fare un'operazione furba inserendo figure di grande richiamo come Leonardo, la Monnalisa, Santa Teresa d'Avila, Jung e via dicendo, personaggi sui quali sono state montate le teorie più disparate. Una furbizia che però può rivelarsi un'arma a doppio taglio. Personalmente ho reputato una caduta di stile l'invenzione dello stupro attuato da Leonardo su Monnalisa, un'operazione sensazionalistica che non ha giovato alla qualità del libro.
Mi è venuto in mente che Dan Brown si sia potuto ispirare a questo libro quando ha scritto "Il codice da Vinci", comprendendo che con storie che coinvolgono La Gioconda si può mettere su una bella macchina del successo.
Insomma, quello che inizialmente per l'unicità della storia, mi poteva apparire un capolavoro, si è rivelato nulla più di un bel romanzo di fantasia con riferimenti colti che inciampa in qualche contraddizione. In alcune recensioni ho letto critiche all'autore per la mancanza di spiegazioni su alcuni particolari simbolici come ad esempio la farfalla, ma a questo, se non si ha la cultura necessaria per capire, si pone rimedio facilmente facendo qualche ricerchina su internet... Il collegamento della farfalla con Pilgrim è questo, simboleggia il processo di trasformazione e di rinascita. La farfalla è anche il simbolo dell'anima.
Nella mitologia greca, Psiche (in greco yuch, "anima", "farfalla") è la personificazione del respiro dell'anima, e infatti in questo libro viene associata alla statua di Psyche.
Tratto da Blog Magazine:
Nell’ “ Enciclopedia dei simboli ” a proposito della farfalla e alla sua naturale metamorfosi c’é scritto: “ La meraviglia per questo fenomeno che si origina e si sviluppa senza interventi esterni, conducendo l’animale dalla condizione di bruco a quella di larva e infine di farfalla, colpisce profondamente gli uomini, che sono così spinti a riflettere sulla propria trasformazione spirituale. Si convincono in tal modo di essere in grado di abbandonare la loro natura corporea e ascendere al cielo della luce eterna ” .Al pari della Fenice, la Farfalla è simbolo di trasformazione. Rappresenta l'anima che, uscita dal corpo, raggiunge un grado superiore di perfezione. In questo caso la crisalide rappresenta il corpo umano che contiene le potenzialità dell'essere e la farfalla che esce è un simbolo di rinascita. (se volete saperne di più seguite questo link http://blog.libero.it/blog_magazine/6506140.html)
Altra simbologia che ritroviamo nel libro è il Bosco, è lì che le cose accadono a detta di Sybil e Pilgrim. Il bosco simboleggia l'inconscio, è un luogo fisico o mentale all'interno del quale si subiscono delle trasformazioni che alla fine rendono più forti. Inoltre il bosco è composto da alberi e la simbologia dell'albero è vastissima anche se principalmente viene visto come unione tra cielo e terra e come simbolo della vita.
Ma torniamo prettamente al libro, ho trovato molto bello il messaggio offerto nell'epilogo: "Tutte le cose sono eterne. Nulla sarà che non è già stato <...> Il mondo finisce ogni giorno, e ricomincia il giorno dopo. <...> E' l'adesso tutto ciò che abbiamo, adesso, e ancora adesso, e null'altro."

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