lunedì 5 agosto 2013

l'insostenibile leggerezza dell'essere di M.Kundera

Copertina di L'insostenibile leggerezza dell'essere


Una vite tagliata
Questo romanzo mi ha lasciata un po' perplessa per tutta la sua durata, ma nell'ultimo capitolo mi ha conquistata definitivamente, toccando corde scoperte e riportando fuori dolori vecchi di vent'anni. Mi ha fatto singhiozzare e piangere come una vite tagliata. Credo di non aver mai pianto così su un libro nell'età adulta, e se Kundera è riuscito a smuovere così tanto i miei sentimenti ha tutto il mio plauso. Questo ultimo capitolo è arrivato al momento giusto, ha dato risposte a domande che mi ero posta proprio pochi giorni prima di leggerlo, e solo questo per me vale moltissimo, indipendentemente dal resto del romanzo. Ma veniamo a considerazioni meno "di pancia". E' uno dei libri più strani che abbia letto, discontinuo,con tante digressioni che apparentemente esulano dalla storia in sé. La vicenda potrebbe essere come tante altre, ma il modo di porla e di analizzarla dell'autore è decisamente alternativo. La comprensione profonda mi rimane ostica e rimango quasi sempre sconcertata dal modo di pensare, di sentire, e dal comportamento dei protagonisti.
L'appuntamento serale con questo libro non era bramato e atteso, alcune sere posticipavo quasi di proposito l'incontro con Tomas, Tereza, Sabina...le loro vite mi hanno tolto serenità, mi hanno inquietata. Poi però, quando mi decidevo ad aprirlo per leggerlo, anche quando i concetti non mi tornavano, le pagine scorrevano benissimo grazie alla scrittura fluida e con pochi dialoghi di Kundera.
A me che sono "pesante", questo romanzo ha fatto cadere addosso maggiormente tutta la pesantezza del mio essere ( o la leggerezza?), mi ha fatto provare disagio, un disagio che forse inconsapevolmente mi sono tenuta con me anche nelle notti e nei giorni. Adesso è finito, il capitolo finale è stato liberatorio, ma sono certa che molti concetti non li ho "compresi" in me.

CITAZIONI

"Non potremmo mai stabilire con certezza fino a che punto I nostri rapporti con gli altri sono il risultato dei nostri sentimenti,del nostro amore, del nostro non-amore, della nostra bontà o del nostro rancore e fino a che punto sono condizionati dal rapporto di forze tra gli individui"....."L'esame fondamentale ( posto così in profondità da sfuggire al nostro sguardo) è il suo rapporto con coloro che sono alla sua mercé: gli animali."

"... L'amore che la lega ha Karenin è migliore di quello che esiste tra lei e Tomas. Migliore, non più grande"..."È un amore disinteressato: Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l'amore. Non si è mai posta quelle domande che torturano le coppie umane: mi ama?"..."Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale dire vogliamo qualcosa (l'amore)dall'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza."..."Lo ha allevato non per trasformarlo (come un uomo vuole trasformare la sua donna la donna il suo uomo), ma solo per insegnargli una lingua elementare che avrebbe permesso loro di capirsi e di vivere insieme."

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