domenica 25 agosto 2013

La danza della collana di Grazia Deledda

Copertina di La danza della collana
Elucubrazioni
Domanda 1: è giusto apprestarsi alla lettura di un libro non contemporaneo senza un minimo di preparazione?
Domanda 2: una preparazione alla lettura che favorisca la comprensione del mondo in cui la storia è ambientata e i motivi che spingono l’autore a scrivere certe cose, è realmente utile all’apprezzamento effettivo dell’opera letta?
Spesso mi chiedo queste cose quando mi viene voglia di leggere romanzi ambientati e scritti nel passato, nei quali il modo di ragionare e di accostarsi alle cose è naturalmente diverso da quello attuale. Sicuramente una preparazione può aiutare a comprendere di testa, ma la comprensione di pancia , intesa come accoglimento dentro di sé dell’opera, non credo sia influenzata.
Mi sono accostata a questo libro senza preparazione alcuna, senza conoscere nulla di Grazia Deledda, con la purezza di chi si aspetta che arrivino le cose addosso per essere assorbite endemicamente, senza ragionarci troppo su....ecco, questo libro non l’ho assorbito.
L’ho trovato a tratti di un surreale disturbante, ed il modo di scrivere quasi fastidioso, tranne alcuni passaggi di poesia pura che si discostavano dal resto del libro per bellezza e modernità di pensiero.
Forse una conoscenza preparatoria sull’autrice mi avrebbe aiutata a capire certe sfumature, ma credo che la comprensione profonda sia semplicemente una sensazione che ti arriva diretta, indipendente, e la gioia che provi nel leggere sia scissa dal resto.

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