domenica 18 agosto 2013

Il terrazzino dei gerani timidi di Anna Marchesini

Copertina di Il terrazzino dei gerani timidi

Mi aspettavo di meno
Leggendo la Marchesini viene da chiedersi se l’italiano è solamente una lingua oppure se esiste tutto un altro mondo di parole, usato da persone con la dote di saperle accostare tra loro, creando una specie di dialetto italiano. La lingua italiana usata da questa artista è diversa da quella comune di ogni giorno, evocativa, magica, ricca a tal punto da farti leggere e rileggere la stessa riga come se tu dovessi tradurla. A momenti la frase è così complicata nella sua costruzione e nell’uso di termini rari od obsoleti che quando si arriva in fondo, nonostante la concentrazione nel non perdere il filo, non si è capito nulla e si deve ricominciare da capo.
Il primo capitolo ,con la descrizione dei gerani, è poesia pura. Andando avanti il lirismo iniziale diviene un po’ di più prosaico ma sempre estremamente ricercato. Alla fine diventa faticoso. Mi viene da assimilare la Marchesini a Virginia Woolf, bellissima se la si prende da un punto di vista poetico, che si perde nell’infinitesimale della descrizione delle cose e del sentire, ma estenuante se la si vuole leggere come un romanzo.
Da pagina 60 circa in poi la lettura diviene meno ostica, è come se il libro, pur mantenendo un certo stile cambiasse un po’ rotta rispetto alle pagine precedenti e se fosse decisamente un’altra nave rispetto al primo capitolo. Di tutto il libro l’unica parte che mi abbia davvero emozionato è quella ambientata nell’ospedale, i pensieri e le azioni di ammalati e visitatori vengono descritti con attenta partecipazione, cogliendo i minimi particolari. La Marchesini racconta di essere stata molto colpita da “L’uomo dal fiore in bocca “ di Pirandello, e in effetti nel suo modo di scrivere, dalla sua attenzione ai dettagli, si può percepire questa ispirazione pirandelliana. A mio modesto parere però, e mi costa dirlo perchè adoro Anna Marchesini come attrice e come donna, troppi prticolari rendono questo libro un po’ noioso. Spesso si dice “mi aspettavo di più”...in questo caso direi “mi aspettavo di meno”. Probabilmente una scrittura meno ricca, per quanto bella possa essere se intesa fine a se stessa, avrebbe reso questa lettura più snella e piacevole.

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